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CANTONEFlanard: quando una batteria incontra... un synth 

11.03.19 - 06:01
Dinamico duo dell’underground luganese, la band composta da Flavio Calaon e Leonardo Degli Antoni è una di quelle realtà che vale la pena tenere d’occhio
Flanard: quando una batteria incontra... un synth 
Dinamico duo dell’underground luganese, la band composta da Flavio Calaon e Leonardo Degli Antoni è una di quelle realtà che vale la pena tenere d’occhio

LUGANO - Se nell’ultimo anno avete girato un po’ per il Luganese “giusto”, quello delle serate live da bere & ballare per intenderci, di sicuro li avete visti e sentiti.

I Flanard - Flavio Calaon (synth) e Leonardo Degli Antoni (batteria) - sono una sorprendente novità nel panorama musicale ticinese.

Sound ed estetica un po’ retro, fra il new wave e la disco, sfoggiano arrangiamenti che, soprattutto dalle nostre parti, non è che si sentano tutti i giorni.

E sabato 16 marzo suoneranno pure all’after del prestigioso Festival Jazz di Chiasso.

Da dove sono saltati fuori? Glielo abbiamo chiesto, e loro ci hanno risposto.

Insomma, allora, da dov’è che siete saltati fuori?

Leonardo: Diciamo che siamo nati un po’ per caso, c’era l’occasione per suonare al compleanno di un amico comune al Molino e Flavio mi ha detto "Perché non andiamo a fare un’improvvisazione io e te? Vediamo che ne esce". È andata bene, così ci siamo tornati un’altra volta e, visto che il feeling si è confermato, abbiamo deciso di continuare.

Flavio: È stata la chiamata per suonare all’OpenGallery nel tunnel di Besso che ci ha fatto un po’ cambiare impostazione, da due amici che improvvisavano assieme siamo diventati una band, un progetto. E poi è stato un bel concerto, c’era pure della gente a sentirci! (ride)

Come nascono le vostre canzoni?

Leonardo: Dipende, magari Flavio arriva con un bel giro con i sintetizzatori e io lo seguo, altre volte - invece - sono io che ho un groove sul quale costruiamo il brano. Ma molto spesso nasce tutto dall’improvvisazione.

Flavio: Poi ci si lavora su, anche nell’ottica della registrazione, e i pezzi acquisiscono una struttura più definita. Ci piace però lasciare degli spazi per l’improvvisazione, così che un concerto non sarà mai uguale all’altro.

Parlando di registrazione, quanti pezzi avete? Pensate a un album?

Flavio: Attualmente abbiamo sei singoli. L’idea è quella di far uscire un ep con cinque pezzi, appena ci riusciamo (ride).

Come descrivereste la vostra musica? Avete qualche influenza particolare?

Leonardo: Direi che quella più importante è la disco music, la nostra versione però è forse un po’ più dark, non so… oscura?

Flavio: Anche io direi la disco music, ma quella sintetica e “spaziale”: immaginatevela epica e un po’ supereroistica!

 

 

 


 

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