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CANTONEBig Bang Family: quando rime, beat e scratch sono al centro

01.03.19 - 06:01
Pubblicato alcune settimane fa “Prima Di” (autoproduzione), il primo album ufficiale dei ticinesi Big Bang Family
Big Bang Family: quando rime, beat e scratch sono al centro
Pubblicato alcune settimane fa “Prima Di” (autoproduzione), il primo album ufficiale dei ticinesi Big Bang Family

STABIO - Il giovane collettivo di Stabio - condiviso da Luca Costanzo (aka Costa - mc, beatmaker, dj), Michele Larghi (aka Moko - mc), Alberto Sacchi (aka Stex - beatmaker, mc), Davide Pallaro (aka P-kut - dj, beatmaker) ha messo a punto quindici tracce capaci di racchiudere pensieri e riflessioni forti, così come il loro modo di affrontare, oggi come oggi, la musica rap.

Ognuno di loro porta con sé un pesante bagaglio di esperienze, musicali e non. E la perfezione su cui è stato costruito ogni tassello del disco trabocca pressoché in ogni istante…

Ragazzi, il titolo - “Prima Di” - risuona curioso… Volete entrare nel dettaglio?

«Prima che i contenuti nelle canzoni fossero inesistenti, prima delle storie da social e le live “strappa like”, prima che l'immagine trasgressiva del personaggio costituisse il suo unico talento, o quasi: questo disco vuole posizionarsi “Prima Di” tutto questo, riportando l’attenzione e i riflettori sulle rime, sui beat, sulle capacità e sugli scratch».

La musica rap degli ultimi anni, per cui, secondo voi, è completamente priva di contenuti?

«La nostra è una provocazione, il nostro genere è vivo e vegeto e sta benissimo. Se non ti piace qualcosa, basta cercare e scavare tra le scatole impolverate o nella rete: gli album di qualità li trovi sempre, ma la musica - nella maggior parte dei casi - oggi sembra non essere più al centro. Fra tutti questi post, relazioni, live al limite della decenza, marche di vestiti e tanto altro, la musica sembra essersi persa...».

Qualche esempio specifico?

«Di “esempi specifici” se ne parla anche troppo, e a noi piace portare degli spunti positivi. Per cui, ci limitiamo soltanto ad un appello: “Stop making stupid people famous!”».

Chi salvate, quindi?

Moko: «Io personalmente sono molto contento della scena italiana: recentemente, ho ascoltato degli album dal suono “classico”, come quelli di Johnny Marsiglia & Big Joe, Colle Der Fomento, Ensi… Apprezzo inoltre il filone “indie” di Frah Quintale, Franco 126 e Coez, così come le sperimentazioni di Frenetik & Orang3, oppure il lavoro che stanno facendo artisti come Ghemon o Luche, valorizzando la voce. Inoltre, player più giovani come Tedua, Rkomi, Quentin40, Giaime e molti format validi su YouTube, tra cui Basement Café, Darsi da Fare e 64Bars».

Un dissenso, il vostro, verso quanto risuona in radio e in rete da qualche tempo, che prende forma anche nella donna vestita di bianco in copertina…

«La donna rappresenta il collettivo, mentre il pennarello che impugna rappresenta il nostro microfono...».

Raccontatemi ora la genesi dell’intero progetto…

«La gestazione è stata lunga, ma spontanea e naturale: i beat, gli argomenti, gli scratch… Tutto si incastrava e trovava una sua narrazione. Abbiamo cercato di creare ritmo anche nella stesura della scaletta, alternandoci tra brani “da battaglia” e canzoni più lente. La ricerca dei produttori è avvenuta con gli stessi criteri di quella per i featuring. Abbiamo voluto inserire anche beatmaker esterni, che hanno preparato delle strumentali per noi, secondo la loro interpretazione del nostro stile».

Quali i vostri ascolti?

«Dalle sonorità più vecchie a quelle nuovissime e alternative. In ambito hip hop possiamo citare Kendrick Lamar, Anderson Paak., J. Cole, Nas, Common, MED, Black Milk, Alchemist, J Dilla, Harry Fraud, Madlib, Dilated Peoples, Oddisee, Dave East… O, in Italia, Johnny Marsiglia, Big Joe, Stokka & Madbuddy, Ensi, Egreen, Ghemon, Colle Der Fomento, Kaos One, Bassi Maestro. Oltre a tutto questo, ci piace ascoltare molto altri suoni che convergono nella musica deep house ed elettronica, come Bonobo, Ron Hardy, Disclosure, Kerry Chandler, Kaytranada, Moodymann, Thundercat, Jazzanova, Flying Lotus, Little Louie Vega, Eprom, Dam Funk... Da non togliere tutto ciò che contamina questi generi, ovvero la musica jazz, soul, funk, disco/dance, blues e rock».

Diverse e molto importanti le collaborazioni all’interno dell’album…

«Gli ospiti del disco fanno parte della nostra crescita musicale. Dai nomi locali - Massakrasta, Sisma (L23) e Michel (MS) -, a quelli del panorama italiano - Dj Shocca, Maury B e ATPC - e francese - Soulkast -. In alcuni casi sono nate delle situazioni bellissime, come con gli ATPC, che sono venuti da noi in studio a registrare il brano e abbiamo passato una serata nell’incredulità e nella soddisfazione di avere un gruppo per noi leggendario sul nostro disco».

Troviamo l’album in edizione digitale, così come in cd. Non avete pensato al vinile?

«Il cd nasce da una nostra esigenza personale, lo streaming o l’acquisto online, invece, sono scelte volute per coinvolgere più persone. Il vinile è un formato che adoriamo. Questo è il nostro primo disco e ci piacerebbe conferirgli una dimensione e un peso maggiore. Per cui, non escludiamo - seppur non nell’immediato - questa possibilità».

Dove e quando la presentazione dal vivo del disco?

«Stiamo lavorando alla realizzazione di diversi live, ci piace diffondere questa cultura tramite l’organizzazione di serate. Una di queste potrebbe inglobare anche la data “0”, una sorta di “Release Party”. Ma di definito non c’è ancora nulla, fatta eccezione per una performance del 10 maggio al Club 2 Groove di Riazzino, in apertura ad Apollo Brown & Big Pooh».

 

 

 

 

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