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CANTONENothence: dopo il grunge, ecco il post-rock

19.12.18 - 06:01
Pubblicato il 1. dicembre "Proposed Tracks For Unproduced Movies", il quarto album di Nothence, progetto dietro al quale si cela il musicista (e software developer) di base a Lugano Fabio Scagliola
Nothence: dopo il grunge, ecco il post-rock
Pubblicato il 1. dicembre "Proposed Tracks For Unproduced Movies", il quarto album di Nothence, progetto dietro al quale si cela il musicista (e software developer) di base a Lugano Fabio Scagliola

LUGANO - In attività dal 2009 e dopo avere realizzato "Portrayed By A Blind Painter" (2012), "Public Static Void" (2014) e "Post Mortem Momento Vivere" (2016), con il nuovo disco (uscito in digitale e in cd) - che contiene nove tracce strumentali ammalianti -, Scagliola (chitarra, basso, tastiere, batteria) prosegue un percorso di costante ricerca sonora: vira e cambia rotta, allontanandosi dalle strutture grunge oriented - che hanno costruito, in particolare, i primi due album - verso una meta più sintetica, che tra riverberi prog e kraut conducono l'ascoltatore in territori post-rock. Un ottimo lavoro, da ascoltare e gustare con attenzione nella sua integrità, senza interruzioni.

Fabio, raccontami il processo di lavorazione...

«Ho composto i nove brani nell'arco di quasi due anni, in cui mi sono concesso di sperimentare molto rispetto al passato».

Il titolo risuona curioso, vuoi approfondire?

«Ironizza sulla consapevolezza che in pochissimi ascolteranno questo album, così come in pochissimi ascoltano le colonne sonore dei film non prodotti. Il testo di "Remember To Live", uno dei due singoli tratti dal mio album precedente, recita «No one ever will listen to this». E ancora, in "Scraps" - da "Public Static Void" - cantavo «So many tales to tell the world, but no one listens». Si tratta per cui di un tema ricorrente...».

Per la prima volta hai lavorato soltanto su pezzi strumentali: perché questa scelta?

«Sei delle undici tracce del mio album precedente sono strumentali: quindi, se vogliamo, la direzione era già segnata. Raccontare con la sola musica, comunicare senza parole, è una sfida stimolante».

Raccontami del cambio di rotta...

«Fa parte di un percorso evolutivo che è iniziato con l'introduzione delle tastiere in "Post Mortem Momento Vivere": e dopo averle sdoganate - calcola, inoltre, che il pianoforte è stato il mio primo strumento –, mi sono concesso di uscire dal cliché che mi ero autoimposto nei primi due dischi».

Cosa hai ascoltato in corso d’opera?

«Tra le numerose band che mi hanno influenzato, mi piace ricordare - in ordine rigorosamente alfabetico - Caspian, God Is an Astronaut, Mogwai, Pelican, Red Sparowes, Russian Circles e Sigur Rós».

Nothence è un tuo progetto solista, ma talvolta vengono coinvolti altri musicisti...

«Nei primi due album la batteria è stata suonata da Pietro Micheletti, un grande maestro nonché un caro amico; dal vivo, insieme a Pietro alla batteria, ho sempre avuto al mio fianco mio fratello Massimo al basso. In occasione di un breve tour "unplugged" mi ha accompagnato al pianoforte Enzo Nunziata, altro grande musicista e carissimo amico. Ma sono molto egocentrico nel mio processo creativo e geloso dei miei brani...».

Quando presenterai il nuovo disco in dimensione live?

«Non ho in programma di suonare dal vivo: ho un lavoro che mi appassiona almeno quanto la musica e mi tiene impegnato oltremodo. Anche se non nascondo che una parte di me vorrebbe tanto offrirsi al pubblico...».

 

 

 

 

 

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