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STATI UNITIDal cuore alla bocca, schivando il cervello

22.10.18 - 06:01
In attesa di vederla esibirsi nell’ambito della Baloise Session il prossimo 6 novembre, LP racconta il suo nuovo album, il quinto, “Heart To Mouth” (Bmg), in uscita il 7 dicembre
Dal cuore alla bocca, schivando il cervello
In attesa di vederla esibirsi nell’ambito della Baloise Session il prossimo 6 novembre, LP racconta il suo nuovo album, il quinto, “Heart To Mouth” (Bmg), in uscita il 7 dicembre

NEW YORK - Anticipato dai singoli (e video) “Girls Go Wild” e il più recente “Recovery” - in rete dall’11 ottobre -, il nuovo disco della songwriter americana (di origini italiane; il suo nome per esteso è Laura Pergolizzi, ndr) sbarcherà negli scaffali dei negozi a quattro anni dal precedente “Lost On You” (Bmg).

Un album, “Heart To Mouth”, in cui LP ha raccolto dodici tracce: folk, pop (d’autore) e riverberi r&b tornano ad amalgamarsi dentro un equilibrio perfetto, eludendo banalità su cui, oggi come oggi, spinti da un mercato discografico altamente liquido e superficiale, è sempre più facile inciampare.

LP, il titolo dell’album - “Heart To Mouth” (“Cuore alla bocca”, ndr) - mi dà l’impressione che per te oggi sia più facile esprimere i tuoi sentimenti…

«Diciamo che portare le mie riflessioni direttamente dal cuore alla bocca, schivando il cervello e il conseguente processo di razionalizzazione, mi fa sentire bene. Mi fa sentire meglio».

Quando hai iniziato a lavorare a questo disco?

«L’embrione di alcune tracce è venuto alla luce già un po’ di tempo fa. Come sai, scrivo spesso anche per altri artisti e, talvolta, visto che nelle strofe vado a scandagliare questioni mie molto personali, nessuno riesce a cucirsi addosso quelle canzoni. Di conseguenza, restano chiuse in un cassetto, in attesa di venire recuperate e pubblicate nel “giusto contenitore”. “Recovery”, il secondo singolo, e “Dreamer” sono un paio di esempi...».

A chi era destinata, per dire, “Dreamer”?

«A una cantante emergente… Non ricordo il nome, è passato un po’ di tempo ormai…».

Con questo album, quindi, il tuo approccio al processo di lavorazione è cambiato?

«No, non direi. Alla fine, i miei dischi sono sempre raccolte di canzoni. Canzoni comunque accostabili l’una all’altra, ma che non nascono per essere inserite in una determinata produzione: vengono alla luce in maniera spontanea, immediata, in momenti non necessariamente legati alla realizzazione di un singolo, di un ep o di un album».

Immagino quindi che dal tuo archivio trabocchi un bel po’ di materiale…

«Beh, sì, direi di sì… Potrei già pubblicare un altro album, anzi un doppio album… (ride)».

Cosa hai ascoltato durante le registrazioni di “Heart To Mouth”?

«Ascolto un sacco di musica su Spotify…».

Non hai comprato nulla, quindi?

«Normalmente compro gli album di cui non posso fare a meno…».

Vuoi fare un paio di esempi?

«“Led Zeppelin IV” (Atlantic, 1971) dei Led Zeppelin e “Let It Bleed” (Decca, 1969) degli Stones».

In “Heart To Mouth” si parla spesso di sogni (“Dreamer”, “Dreamcatcher”). Tutti abbiamo un sogno da realizzare. Qual è il tuo?

«Continuare a scrivere canzoni per il resto della mia vita. E prima di morire, registrare un ultimo ottimo album... Come hanno fatto Leonard Cohen e David Bowie, del resto...».

Info: iamlp.com

 

 

 

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