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CANTONE«Basta con i soliti maschi bianchi americani»

14.09.18 - 06:01
Ospite di Babel, Adelaide Ivánova parla della sua rivista, di Rihanna e della sua poetessa svizzera preferita: Tina Turner
Adelaide Ivánova
«Basta con i soliti maschi bianchi americani»
Ospite di Babel, Adelaide Ivánova parla della sua rivista, di Rihanna e della sua poetessa svizzera preferita: Tina Turner

BELLINZONA - Attivista, giornalista e scrittrice brasiliana, Adelaide Ivánova sarà una degli ospiti di questa edizione di Babel, festival letterario incentrato sulla traduzione che si tiene dal 13 al 16 settembre a Bellinzona e che quest'anno è dedicato proprio al Brasile.

Classe 1982, originaria di Recife, nel nordest del Paese, Ivánova dirige la casa editrice radicale di sinistra BolaGato Edições e scrive per la rivista anarchico-femminista “Mais pornô, por favor!" (MPPF!). L'abbiamo intervistata.

In che cosa consisteranno le sue performance a Babel?

Verteranno sulle cose di cui parlo di solito: il femminismo, l’immigrazione, la poesia e come il capitalismo faccia andare queste cose sempre peggio. 

MPPF! si dice «orgogliosamente non online». Non crede che condividere il proprio lavoro anche online aiuti a diffonderlo e ad avviare una conversazione globale a riguardo?

MPPF! è una rivista cartacea che può essere acquistata online come pdf o stampata. Uso internet quindi. In ogni caso, non sono d’accordo sul fatto che internet, in generale, porti le persone a dialogare. Al contrario, i social media sembrano solo incoraggiare la pigrizia politica, la paura e le incomprensioni. Più tempo impieghiamo in attività virtuali, meno ne passiamo a organizzare, a prestare attenzione alla vita reale e a divertirci.

Qual è l’obiettivo di MPPF! oggi, a due anni dal suo lancio? Com’è cresciuto?

L’obiettivo è sempre lo stesso: condividere delle voci periferiche che di solito non ricevono spazio o attenzione. Si tratta di poesia scritta da persone queer, donne e donne di colore che vivono e lavorano fuori da Rio e San Paolo. La rivista non è cresciuta di un millimetro: continuiamo a fare 100 copie per edizione, ma l’amore che riceviamo diventa sempre più grande! (Ride).

Raccoglie solo poesia erotica?

No, parla anche di politica e “community organizing”.

Nella rivista si trovano principalmente poesie di autori lusofoni, ma avete pubblicato anche traduzioni di Beyoncé e Rihanna. Perché queste autrici? Com’è stato tradurre Beyoncé?

Per molti motivi. Prima di tutto adoro il modo in cui scrivono e interpretano i loro testi. La musica pop, poi, è la forma d’arte che ha la maggiore influenza e quando è bella è grandiosa. Provo molto rispetto. Rihanna, che viene da Barbados, scrive e interpreta i propri testi con un linguaggio orale e del corpo che mi ricorda molto la musica popolare urbana della città da cui provengo, Recife, nel nordest del Brasile. Tradurre Beyoncé, poi, è stato divertente perché ho fatto un parallelo tra i suoi testi e quelli di Saffo.

Pubblicate molte traduzioni su MPPF!? E con la sua casa editrice BolaGato Edições?

Non abbiamo regole precise a riguardo, ma c’è sempre molto spazio per i poeti stranieri. L’unico principio che seguiamo - a parte avere le poesie migliori che riusciamo a trovare - è il nostro impegno verso la rappresentazione: vogliamo poeti neri, trans e non urbani.

Il Brasile avrebbe bisogno di più traduzioni? E, all’opposto, ci sono autori brasiliani che meriterebbero di essere tradotti?

Mancherà sempre qualcosa, ma ci sono riviste e case editrici che fanno un lavoro eccezionale pubblicando poeti di tutto il mondo. Forse, però, dovrebbero iniziare a pubblicare anche autori del nord e del nordest del Brasile anziché continuare a proporre e riproporre lo stesso gruppetto di maschi bianchi americani ed europei stile Bukowski e Kerouac.

C’è un autore che si chiama Miró che scrive e si autopubblica con regolarità dagli anni ‘70. Un bell’editore locale ha pubblicato una sua raccolta di poesie un paio d’anni fa, ma viene ignorato dai festival, dalle riviste e dalle case editrici principali. Siccome è un poeta brillante posso solo concludere che viene ignorato perché è povero e nero e viene dal nordest del Brasile. Altri nomi sono Regina Azevedo, Érica Zíngano e Simone Brantes.

Quali sono i suoi autori preferiti della letteratura italiana e di quella svizzera?

Mi fanno spesso questa domanda, soprattutto in relazione alla letteratura tedesca siccome vivo in Germania. Quando ho iniziato ad abitare lì mi vergognavo sempre a rivelare quanto poco ne sapessi. Ora, però, in risposta chiedo sempre al mio interlocutore cosa conosca lui della letteratura sudamericana e, come io non so tutto della letteratura europea, la gente in Europa di solito non sa nulla della letteratura non europea o non nordamericana. La differenza è che gli europei non se ne vergognano mai. Quindi perché dovrei farlo io?

Per rispondere alla sua domanda, comunque, il mio autore italiano preferito è Pasolini. Mi piace anche Calvino e, di recente, ho comprato un libro di Igiaba Scego che spero di iniziare presto a leggere. Riguardo agli svizzeri: adoro Tina Turner, se, come me, si considera scrivere canzoni come scrivere poesie. Poi, ho letto due romanzi di Hermann Hesse quando ero adolescente e l’ho adorato, ma non è qualcosa a cui tornerei. Clarice Lispector (scrittrice brasiliana, ndr) lo ha adorato fino alla morte.

 

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