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CANTONE“Cronofobia”, ecco perché a Zurigo e non a Locarno

13.09.18 - 18:00
La pellicola – prodotta da Villi Hermann - con cui debutta il regista ticinese Francesco Rizzi avrà la sua prima in concorso allo Zurich Film Festival (Zff), in programma dal 27 settembre al 7 ottobre
Foto imagofilm.ch
Il produttore Villi Hermann.
Il produttore Villi Hermann.
“Cronofobia”, ecco perché a Zurigo e non a Locarno
La pellicola – prodotta da Villi Hermann - con cui debutta il regista ticinese Francesco Rizzi avrà la sua prima in concorso allo Zurich Film Festival (Zff), in programma dal 27 settembre al 7 ottobre

LUGANO - Un film (la prima produzione ticinese di fiction, tra l'altro, a partecipare allo Zff) che narra di «un uomo misterioso e di una giovane donna ribelle. Due solitudini autoimposte che si confrontano in un dramma psicologico sull’identità sospesa», si legge nella nota stampa divulgata nel primo pomeriggio di oggi.

La produzione cinematografica - che conta le musiche di Zeno Gabaglio - porterà sul grande schermo attori e attrici ticinesi, svizzeri e italiani: tra gli altri vedremo Vinicio Marchioni, Sabine Timoteo, Leonardo Nigro, Adele Raes, Jasmin Mattei e Giorgia Salari.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Villi Hermann (Imago Film).

Signor Hermann, il primo quesito sorge spontaneo: perché il film gareggerà a Zurigo e non lo ha fatto a Locarno, nell’ambito dell’ultima edizione del festival che si è conclusa poco più di un mese fa?

«Quando abbiamo proposto la pellicola al Locarno Festival si trovava ancora nella fase “work in progress”; come dire, non era ancora stata ultimata: mancavano ancora diverse cose, come il missaggio, le musiche, i titoli. Insomma, svariati accorgimenti e rifiniture. In questa fase, per cui, senza sapere come il film sarà una volta finito, le rassegne devono decidere se assumersi o meno il rischio».

E Locarno ha preferito evitare…

«Esatto. Ma non vuol dire nulla: anche “Sinestesia” (Svizzera, 2010) di Erik Bernasconi a Locarno non era stato preso e ha girato almeno un’altra ventina di festival, aggiudicandosi numerosi premi. Ogni rassegna è libera di fare ciò che vuole… Il patriottismo fine a sé stesso, devo dire, comunque, a me non piace tanto… (ride)».

Come descriverebbe, molto in sintesi, “Cronofobia”?

«Diciamo che non è il classico film d’autore…».

Dove è stata girata la pellicola?

«Tra il Mendrisiotto, il Luganese, la Leventina, con qualche puntatina oltre Gottardo… Lo definirei quasi un road movie...».

Prima di concludere: quando approderà nelle sale ticinesi?

«La data è ancora in via di definizione. Spero tra fine 2018 e inizio 2019. Le sale che si occupano di questo tipo di cinema, come ben sappiamo, in Ticino sono più che limitate…».

 

 

 

 

 

 

 

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