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ITALIA/CANTONEIn viaggio, tra parole e musica, con Jack Jaselli

31.08.18 - 06:01
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il songwriter Jack Jaselli, protagonista con Sebalter, Make Plain, Terry Blue e Dj Sterky della prima edizione del Càvea Festival, ad Arzo l'8 settembre
In viaggio, tra parole e musica, con Jack Jaselli
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il songwriter Jack Jaselli, protagonista con Sebalter, Make Plain, Terry Blue e Dj Sterky della prima edizione del Càvea Festival, ad Arzo l'8 settembre

MILANO/ARZO - Reduce dalla pubblicazione di due singoli, i primi in italiano, “In fondo alla notte” e “Nonostante tutto”, che anticipano la realizzazione del suo nuovo album - in uscita «entro l’anno» per Universal, con la produzione di Max Casacci dei Subsonica -, Jack Jaselli - milanese, classe 1980 - ad Arzo si esibirà «con una formazione molto particolare». «La setlist - anticipa il songwriter - oltre ai due singoli, raccoglierà anche alcuni brani inediti che andranno a completare il nuovo disco, così come, inevitabilmente, una selezione di tracce delle mie tre produzioni precedenti...».

Jack, so che sei partito dal punk…

«Beh, sì… Il mio primo approccio col punk è stato con “Dookie” (Reprise, 1994) dei Green Day. Avevo 14 anni. Dopo ho scoperto i Ramones, i Sex Pistols e tutto il resto. Questa mia passione, se vogliamo, è stata anche un po’ la scusa per iniziare a chiudermi in sala prove con vari gruppi...».

All’epoca non hai registrato nulla, giusto?

«Ci siamo fermati alla classica demo che vendevi al liceo…».

È passato un po’ di tempo da lì al tuo primo disco… Cosa è accaduto?

«Mi sono laureato in filosofia, ho viaggiato, ho esplorato altri tipi di musica… Beh, tante cose…».

“It’s Gonna Be Rude, Funky, Hard”, il tuo album di esordio, uscito nel 2010, si spinge prevalentemente in territori soul e funk; “I Need The Sea Because It Teaches Me” si muove - in acustico - tra folk, rock e blues. “Monster Moon”, pubblicato per Universal nel 2016, si nutre di un’impronta più pop oriented. Che vuoi dirmi al riguardo?

«Come i due precedenti, anche “Monster Moon” è nato come autoproduzione. Le registrazioni sono state effettuate negli studi di Ran  
Pink, i Fonogenic, di base poco fuori Los Angeles. Un disco, tra l’altro, accreditato semplicemente a Jaselli. Jaselli inteso come gruppo con Max Elli (chitarra) e Nik Taccori (batteria), partendo dal fatto - e qui rispondo alla tua domanda - che la produzione si nutre di un “suono da band” - un suono un po’ più pop e un po’ più spinto - piuttosto che cantautorale… Al ritorno dagli Stati Uniti, poi, ho proposto il disco agli addetti ai lavori di Universal e l’hanno preso…».

Il contratto con una major ti ha cambiato? Ha cambiato la tua musica? Del disco non hai dovuto ritoccare nulla?

«No, fortunatamente no…».

Nel 2016 hai collaborato con Jovanotti per la colonna sonora de “L’estate addosso” di Gabriele Muccino...

«La produzione raccoglie “Welcome To The World” (uno dei singoli di “Monster Moon”, ndr), così come la versione bilingue (italiano/inglese) della title-track (“L’estate addosso”/“Feel The Summer On My Skin”) che abbiamo realizzato insieme».

Raccontami del tuo ultimo singolo, “Nonostante tutto”...

«“Nonostante tutto” è un brano che ho scritto con le detenute della casa di reclusione La Giudecca di Venezia. Talvolta accade che un luogo e le persone che persone che lo vivono cantino una melodia impercettibile e raccontino una storia silenziosa, in attesa che qualcuno si metta in ascolto e la catturi. Sulla genesi della canzone è stato realizzato un documentario».

Come sarà il nuovo tuo nuovo disco?

«In italiano e un po’ più elettronico…».

Info: facebook.com/caveafestival/ ; facebook.com/jackjaselliofficial/

 

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