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PFM, Franz Di Cioccio: «L'emozione è un tatuaggio senza inchiostro»

BELLINZONAPFM, Franz Di Cioccio: «L'emozione è un tatuaggio senza inchiostro»

02.08.18 - 06:01
Appuntamento imperdibile domani sera in Piazza del Sole a Bellinzona, nell’ambito dei Beatles Days: sul palco approderà nientemeno che la PFM. In apertura Moon & Sun e Ricky Gianco
Foto Lorenzo Ceva Valla
Patrick Djivas (a sinistra) e Franz Di Cioccio.
Patrick Djivas (a sinistra) e Franz Di Cioccio.
PFM, Franz Di Cioccio: «L'emozione è un tatuaggio senza inchiostro»
Appuntamento imperdibile domani sera in Piazza del Sole a Bellinzona, nell’ambito dei Beatles Days: sul palco approderà nientemeno che la PFM. In apertura Moon & Sun e Ricky Gianco

BELLINZONA - A quasi mezzo secolo dal primo album - l’imprescindibile “Storia di un minuto” (Numero Uno, 1972) -, la Premiata Forneria Marconi non smette di macinare prog rock in dimensione live e, tantomeno, in studio di registrazione.

Difatti, lo scorso 27 ottobre, il gruppo - il cui attuale organico conta i componenti storici Franz Di Cioccio (voce, batteria) e Patrick Djivas (basso), così come Lucio Fabbri (violino, tastiere, chitarra), Roberto Gualdi (batteria), Alessandro Scaglione (tastiera, voce), Marco Sfogli (chitarra) e Alberto Bravin (tastiere, chitarra) - ha dato alla luce un nuovo disco, “Emotional Tattoos” (Inside Out Music/Sony).

Franz, come ha preso forma la produzione?

«“Emotional Tattoos” è nato dopo avere realizzato tre album sperimentali, secondo me, molto belli e importanti - “Stati di immaginazione” (Sony, 2006), “A.D. 2010 - La buona novella” (Aerostella, 2010), “PFM in Classic - Da Mozart a Celebration” (Immaginifica, 2013) -. L’intento era quello di concepire un disco di brani - il termine canzone, per noi, mi sembra un po’ riduttivo -, con dei testi, dei racconti, per ricollocarsi nell’oggi. Con un messaggio principale che si ripone nell’attenzione che l’uomo deve avere per il pianeta e, di conseguenza, per sé stesso e per l’umanità che sta crescendo. Tutto questo, eludendo la discriminazione di genere (musicale), che molto spesso attiva polemiche: noi crediamo che la musica - presa a 360 gradi, quindi - sia un grande dono in grado di farci emozionare. E l’emozione non è altro che un tatuaggio senza inchiostro, che rimane impresso dentro di te per sempre».

Non è un concept...

«No. Il concept, se vuoi, è l’idea di amare la musica per quello che è».

Immagino, di conseguenza, che tu non ti sia focalizzato su ascolti specifici durante il processo di lavorazione del disco...

«Ascolto tutto. Non c’è niente che non mi piaccia, perché credo che in qualsiasi espressione musicale ci sia una magia: devi soltanto lasciarti andare...».

“Emotional Tattoos” è il primo album della PFM senza Franco Mussida… Che effetto fa?

«(ride) È come per una squadra di calcio: quando non c’è più un attaccante, ne arriva un altro… È un aspetto che non condiziona il modello di gioco… Le scelte alla base di ogni cambio di line-up della PFM sono sempre state determinate da chi ha sentito la necessità di prendere un’altra strada. A noi, invece, è sembrato bello poter continuare. Ed eccoci qui. Il disco, per di più, sta andando molto bene: oltre ad averci portato in vetta alle classifiche, ci ha fatto anche ottenere due nomination ai Progressive Music Awards 2018 (Miglior gruppo/artista internazionale e Miglior video, ndr)».

Raccontami della scelta di Marco Sfogli, in sostituzione di Mussida…

«Marco è un grosso talento, credo sia uno dei migliori chitarristi in circolazione. Ed è perfetto nella formazione pensata da me e Patrick, in vista di ciò che volevamo fare…».

Cosa vuoi anticipare a coloro che assisteranno al concerto?

«Sarà un viaggio attraverso tutte le nostre epoche…».

Vi esibirete nell’ambito dei Bellinzona Beatles Days: quanto sono importanti per voi i Fab Four?

«Tutti nella PFM nutrono amore per John, Paul, George e Ringo. A partire da me, che ho avuto la fortuna di vederli dal vivo al Vigorelli di Milano nel lontano 1965…».

Prevendita: biglietteria.ch

 

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