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La magia delle storie... in due tubi

LUGANOLa magia delle storie... in due tubi

17.07.18 - 10:00
È l'Imbuteatro, nato dalla fantasia di Cinzia Morandi e Viviana Gysin e basato su uno strumento (apparentemente semplice) come l'Imbutofono
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La magia delle storie... in due tubi
È l'Imbuteatro, nato dalla fantasia di Cinzia Morandi e Viviana Gysin e basato su uno strumento (apparentemente semplice) come l'Imbutofono

LUGANO - Gli artisti ticinesi saranno protagonisti durante il Lugano Buskers Festival, un evento che porta in città show da tutto il mondo ma che dà risalto anche alla creatività locale.

È il caso de l'Imbuteatro, nato dalla fantasia di Viviana Gysin e Cinzia Morandi, che ci ha spiegato in cosa consiste questo affascinante progetto che andrà in scena mercoledì 18 e giovedì 19.

Come è nata l’idea di Imbuteatro?

«Avevo la voglia di andare in giro a raccontare e portare il teatro per strada. Di solito i busker sono artisti visuali, fanno delle acrobazie, oppure quando si tratta di metterci la voce bisogna amplificarla. Quindi è nata l'idea di qualcosa che avvicinasse le persone ma che fosse anche intimo. È un progetto che avevo già in mente, non riuscivo a trovare come realizzarlo».

Quindi è nato l'Imbutofono: è uno strumento complicato?

«L'Imbutofono è nato durante una giornata di ozio, con un tubo dell'acqua senza i due terminali. Abbiamo incominciato a parlarci dentro e abbiamo dato un'estremità a una persona sull'amaca. Abbiamo visto che funzionava ed è venuta l'idea di farlo "in doppio", quindi usando dei tubi di plastica con degli imbuti. Lo potrebbero creare tutti, volendo, ma bisogna fare alcuni accorgimenti: ci sono due tubi ma noi siamo due attrici, quindi c'è da costruire un raccordo per far sì che le nostre voci arrivino insieme. A volte io parlo in un orecchio e la collega nell'altro, sfruttando un po' quella che è la stereofonia. Tutti i giochi dei rumori che senti passare da un orecchio all'altro... bisogna saperlo fare».

Come vi preparate per gli spettacoli?

«I nostri fogli sono un po' come quelli dei musicisti: chi parla, dove e in che momento. Come se fosse una partitura: se entrambe parliamo nello stesso orecchio non si hanno due personaggi».

Che effetto prova la persona che si sente sussurrare la storia nelle orecchie?

«Facciamo chiudere gli occhi alle persone, che sono sole a godere dello spettacolo. È un momento solo per te ed è molto forte e difficile da spiegare a parole. Inizialmente le persone guardano incuriosite, si siedono e quando si alzano hanno cambiato faccia. Gente che torna in continuazione mi ha detto: "È così bello, accarezza l'anima". Sei proprio coccolato, anche in mezzo a una piazza piena di folla: vieni da noi e improvvisamente sei da un'altra parte».

Che scelta di racconti ha lo spettatore?

«Abbiamo creato delle carte che corrispondono, con delle immagini, alle storie che andiamo a raccontare. Sei tu che scegli la storia, non sapendo qual è, a partire dall'immagine. Ci sono alcuni racconti che abbiamo creato noi, altri arrivano - un po' trasformati - da libri come "101 storie Zen". Qualsiasi cosa incontriamo con al suo interno un bel messaggio - prendiamo anche poesie, a volte - la prendiamo e la trasformiamo nella scrittura dell'Imbuteatro».

Oltre al Buskers Festival dove si potrà incontrare prossimamente l’Imbuteatro?

«Saremo a Locarno in Piazza Riforma l'8 settembre per il 20esimo festival internazionale "Il castello incantato"».

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