Cerca e trova immobili
Parla lo chef stellato ticinese: «Ticino, troppo piccolo per realizzare il mio sogno»

MILANOParla lo chef stellato ticinese: «Ticino, troppo piccolo per realizzare il mio sogno»

27.04.18 - 08:04
Intervista a Pietro Leemann. Il suo Joia a Milano è stato il primo ristorante vegetariano a ottenere una stella Michelin. Ci ha raccontato perché decise di non aprire un ristorante in Ticino
Joia.it
Parla lo chef stellato ticinese: «Ticino, troppo piccolo per realizzare il mio sogno»
Intervista a Pietro Leemann. Il suo Joia a Milano è stato il primo ristorante vegetariano a ottenere una stella Michelin. Ci ha raccontato perché decise di non aprire un ristorante in Ticino

MILANO - Il suo Joia è stato il primo ristorante vegetariano a ottenere una stella Michelin. Un riconoscimento prestigioso per lo chef Pietro Leemann la cui cucina ricercata è ormai diventata un punto fermo e un esempio per tutti gli amanti di questo tipo di cucina e dello stile di vita vegetariano. “Nel mio ristorante lavorano 16 chef”, racconta all’inizio dell’intervista concessa a tio.ch durante FruttAmaMi, il primo festival dei frutti della natura che si è tenuto a Milano il 14 e 15 aprile a Milano e di cui Leemann era l’ambasciatore.

Locarnese di nascita, Leemann ha cominciato la sua carriera di chef quasi per caso. Fu infatti il grande cuoco svizzero Angelo Conti Rossini a convincerlo a intraprendere questa carriera preparandogli una charlotte russa. Dopo le prime esperienze al ristorante Bianchi di Lugano e al Corviglia di Saint Moritz, arriva all’inizio degli anni ’80 a Milano per lavorare con Gualtiero Marchesi già allora chef di prestigio internazionale. Qui il giovane Leemann comincia ad avvicinarsi alla cultura orientale e lo fa intraprendendo un lungo viaggio in Asia.

«Negli anni ’70 si mangiava molta carne e così facevamo anche noi nella nostra famiglia ed io ho sempre cucinato la carne in gioventù. Ma ad un certo punto, per ampliare la mia conoscenza e il mio essere creativo, ho deciso di intraprendere un viaggio in Oriente dove le arti introspettive sono molto importanti. Lì mi sono reso conto che la mia indole era vegetariana».

E così è tornato in Europa e lì nella città che lo aveva consacrato come grande chef e cioè Milano ha deciso di aprire il suo Joia. Per lui la natura è immergersi nei suoi pensieri e nella sua introspezione: «Mi piace andare in campagna fare passeggiate, nutrirmi della natura e portare pensieri filosofici», spiega aggiungendo che ama anche raccogliere erbe spontanee che poi porta al suo ristorante. E aggiunge: «L’essere diventato vegetariano è stata una delle cose più belle della mia vita che mi ha cambiato dentro perché l’alimentazione ci cambia profondamente e penso che un’alimentazione vegetariana migliorerebbe la situazione del pianeta non solo da un punto di vista dell’impatto ambientale ma anche di energia sottile perché l’alimentazione vegetariana è amica degli esseri, della vita, degli altri».

Ma Pietro Leemann nutre anche un ottimo rapporto con il suo paese: «Ho un’ottima relazione con la Svizzera e tuttora vivo tra Milano e la Vallemaggia dove porto spunti filosofici che mi arricchiscono. Quando ho aperto Joia trenta anni fa per me era necessario avere una città che mi accogliesse perché allora la cucina vegetariana era molto elitaria e il Ticino era un po’ piccolo per il tipo di cucina che sognavo e sarebbe stato difficile realizzare quello che pensavo di fare. A Milano avevo molti amici, avevo lavorato da Marchesi, avevo molti contatti e relazioni e le amicizie sono molto importanti», conclude Leemann che non scarta la possibilità di aprire un domani un ristorante anche in Svizzera. «Io mi sento svizzero in toto e del mio paese mi piacciono molte cose come l’ordine, la puntualità e il rispetto».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Fafner 5 anni fa su tio
Lo proverò a fine giugno. Non sono vegetariano, tutt'altro, ma se uno chef è bravo i piatti possono essere interessantissimi.
NOTIZIE PIÙ LETTE