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CANTONE/STATI UNITISebastiano Pestoni premiato a Los Angeles

21.12.17 - 06:01
Pochi giorni fa l'impegno e l'ostinazione hanno portato il giovane attore ticinese - ora di base in California - ad aggiudicarsi il premio di Migliore attore agli Up(st)Art Awards
Sebastiano Pestoni premiato a Los Angeles
Pochi giorni fa l'impegno e l'ostinazione hanno portato il giovane attore ticinese - ora di base in California - ad aggiudicarsi il premio di Migliore attore agli Up(st)Art Awards

MONTE CARASSO/LOS ANGELES - Due anni fa, poco prima di sbarcare dalle parti di Hollywood, Sebastiano ha recitato nella pellicola di Marco Bitonti “Take Control - Tu hai il controllo” (Svizzera, 2015). Dopodiché, in territorio a stelle e strisce, partendo da “HollyLand”, web-series comica scritta e diretta da J.P. Rother, ha incominciato a collezionare ruoli. Nel corso degli ultimi mesi il 24enne ha lavorato tanto, davanti ma anche dietro la macchina da presa, fino ad accaparrarsi il tanto ambito riconoscimento…

Sebastiano, cos’è esattamente Up(st)Art?

«È una comunità di artisti con sede a Los Angeles. Lo suo scopo è quello di promuovere e dare una mano a tutti noi (attori, cantanti, ballerini, dj…), mettendo a disposizione attrezzature e spazi creativi. Con gli Up(st)Art Awards vengono premiati gli artisti più talentuosi dell’intera comunità».

Il premio non è quindi legato a un ruolo in particolare...

«Esatto. Il riconoscimento si basa sulla qualità del lavoro pressoché complessivo. Tra gli altri film presi in considerazione, in ogni caso, figurano “Take Control” e “Perfectly MisMatched”, cortometraggio, quest’ultimo, scritto e diretto da me in cui copro anche il ruolo del protagonista».

Ora raccontami questi ultimi mesi a Los Angeles...

«Oltre ad avere portato a termine il mio corto, ho preso parte a “Wavelenght”, un altro cortometraggio, ora in fase di post-produzione. Inoltre, interpreto un “DeathBot" nella serie fantascientifica “Dmacina”, progetto in pre-produzione per il quale finora abbiamo girato un “proof of concept” per investitori...».

Quest’anno hai avuto modo di incontrare personaggi famosi?

«Sì e no. Ho partecipato a diversi workshop con attori, sceneggiatori e registi, ma non li definirei dei veri e propri incontri. Purtroppo, non ho ancora avuto l'occasione di lavorare con i grandi del business. Anche se un’eccezione c’è: in “Ray Meets Helen” (Usa, 2017), l’ultimo film di Alan Rudolph, ho vestito i panni di un cameriere…».

Cosa farai nel prossimo futuro?

«Altri cortometraggi… Inoltre, una mia sceneggiatura - “Green Wedding” - è in gara al Film Festival di Glasgow...».

In vista delle festività, tornerai in Ticino per qualche giorno?

«Mi piacerebbe, ma il rinnovo del visto complica sempre un po' le cose... Se ne parlerà tra qualche mese, immagino verso l'autunno...».

 

 

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