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CAMPIONE D'ITALIAUn successo il galà degli auguri con Bobby Solo

17.12.17 - 17:15
Classici, ballate e un po' di rock 'n roll per un musicista che ha fatto la storia della musica italiana
Carlo Pozzoni
Un successo il galà degli auguri con Bobby Solo
Classici, ballate e un po' di rock 'n roll per un musicista che ha fatto la storia della musica italiana

CAMPIONE D'ITALIA - Una voce che non conosce il tempo, una grande ironia e qualche amarcord: la ricetta per un sabato sera speciale che il Casinò Campione d’Italia ha voluto dedicare a tutti i suoi ospiti in occasione del Natale con un musicista che ha fatto la storia della musica italiana: Bobby Solo.

È stato lui il protagonista del galà degli auguri, durante il quale ha intervallato grandi classici come "White Christmas" e "Blue Christmas" - «perché quell’anno Elvis era stato lasciato dalla ragazza e si
sentiva un po’ triste» ha spiegato – a indimenticabili ballate come "Zingara", "Non c’è più niente da fare", "San Francisco" per finire con l’immancabile "Una lacrima sul viso" accompagnata dalla coreografia dei ballerini di Glam Animation.

Un legame che si è mai interrotto quello tra Bobby Solo e il suo mito, Elvis, al centro anche del suo ultimo album “Elvis Lives”. «Da lui ho preso l’ispirazione, ma i miei limiti rispetto a lui hanno creato il mio stile, raggiungerlo è impossibile – ha raccontato -.  L’ho scoperto quanto avevo quattordici anni ed ero innamorato di una mia coetanea che era figlia del corrispondente del New York Herald Tribune a Roma, lei mi parlava sempre di Elvis Presley ma io non lo conoscevo, mi ha aiutato una mia sorella più grande che era sposata in America dalla quale mi sono fatto mandare dei suoi dischi. Avevo un registratore Geloso, io cantavo e dove non arrivavo lasciavo cantare Elvis. Poi sono andato in un cinema a vedere il “Delinquente del Rock & Roll” e lì ho capito che volevo diventare un cantante. Mi sono messo a strimpellare
una chitarra scassata e con quattro accordi ho iniziato a interpretare le sue canzoni».

L’inizio di una carriera fortunatissima che l’ha portato tra l’altro a partecipare a dodici Festival di Sanremo vincendo ben due edizioni, per non considerare quella del 1964 dove avrebbe certamente trionfato con
"Una lacrima sul viso" se non fosse stato costretto a cantare in playback in finale per un abbassamento di voce. «Oggi il Festival di Sanremo è un bellissimo spettacolo televisivo, non è più una gara di canzoni come ai miei tempi. Sarà un grande evento, come sempre, non ho dubbi, il festival è nel Dna degli italiani, anche se ormai ha perso da tempo la sua magia. Anche il mondo della musica è completamente cambiato da quando la musica è diventata digitale e si scarica su Internet. Io ho vissuto un epoca meravigliosa, l’epoca del suono analogico in cui c’erano poche tracce e molte idee, oggi la tecnologia la fa da
padrone e le possibilità da questo punto di vista sarebbero infinite, ma manca la creatività».

Per fortuna c’è qualche eccezione: «Tra i giovani mi piace molto Ermal Meta, mi sembra un Bob Dylan prima maniera. La via italiana del rock? Non abbiamo una lingua adatta, siamo pieni di vocali ci viene meglio l’opera, ma ci possiamo sempre consolare con la canzone napoletana che è unica al mondo».  E un omaggio a Napoli non poteva mancare nella serata di Bobby Solo sul palcoscenico del Salone delle Feste, con un classico come “Anema e core”, anche se alla fine a far scatenare il pubblico di Campione è stato un altro classico Usa, ma questa volta di Chuck Berry, Johnny B. Goode.

E dopo le feste Bobby Solo si prepara a tornare in sala d’incisione per un nuovo progetto che ha annunciato proprio a Campione d’Italia. «Oggi ho una voce molto più bassa rispetto a quanto ero giovane, quasi baritonale che ricorda in certi pezzi Jonny Cash e quindi voglio fare un disco con i pezzi dei Beatles rifatti come li avrebbe cantati lui e voglio chiamarlo "Liverpool for Cash"».

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