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CANTONETam Bor, in equilibrio tra suoni umani ed elettronici

12.07.17 - 10:00
In cartellone oggi al Buskers di LongLake la performance di Tam Bor, progetto dietro al quale si cela il musicista luganese Giacomo Bastianelli
Tam Bor, in equilibrio tra suoni umani ed elettronici
In cartellone oggi al Buskers di LongLake la performance di Tam Bor, progetto dietro al quale si cela il musicista luganese Giacomo Bastianelli

LUGANO - Dopo una serie di collaborazioni che l’hanno visto accanto a realtà come Movinground e Peter Kernel, nel 2012 Giacomo ha incominciato a dare forma alla sua idea, a Tam Bor - che, inizialmente, portava il nome Verinais -, collocando una batteria acustica e una traccia vocale al di sopra di suoni artificiali, di sonorità sintetiche.

Giacomo, vuoi entrare nel dettaglio del tuo progetto?

«È nato dalla necessità personale di creare un ponte tra il mondo analogico e l’universo digitale. Una sorta di ibrido che mi permette di scegliere tra una vastissima varietà di suoni elettronici e una più ristretta e umana realtà acustica (batteria e voce)».

Quali le maggiori influenze che confluiscono nella tua musica?

«Mi piace cercare influenze un po' ovunque. Mi sono sempre lasciato sorprendere da qualsiasi genere, sotto-genere e stile. Ovviamente, in alcuni di essi risuonano dettagli più interessanti, e ho sempre pensato che un musicista debba essere in grado di appropriarsene, per poi adattarli alle proprie idee».

Hai un gruppo, o più gruppi, di riferimento?

«Sicuramente l'approccio di Gorillaz - come concetto musicale-visuale - è stato una delle primissime fonti di ispirazione. Oggigiorno sono molto incuriosito dal movimento di giovanissimi produttori presenti su SoundCloud: in particolare, gli artisti della Soulection, label di hip-hop sperimentale di base a Los Angeles».

In rete, per ora, sono riuscito a trovare soltanto una traccia della tua musica, dal titolo “QNSTO”...

«Il titolo della traccia completo è “Que No Se Te Olvide” che, tradotto dallo spagnolo, significa “Non dimenticartene”: verso la fine dei miei studi universitari, avevo l’impressione che il mio progetto stesse per cadere nell’oblio. Non avevo mai avuto tempo per poter registrare un ep o un album, quindi ho deciso di comporre e pubblicare un brano interamente campionato: un test per conoscere i limiti della musica elettronica, così come un modo per dire al pubblico che Tam Bor esiste ancora… Ora che gli studi sono giunti al termine, vorrei dare al progetto un’identità ancora più forte, lavorando, nel contempo, al primo ep, così come alla progettazione di tutta la parte legata alla comunicazione (videoclip, web, merchandising)».

In passato hai collaborato con Peter Kernel, ossia Aris Bassetti e Barbara Lehnhoff, coloro alla guida della label On The Camper Records, attraverso cui - presumo - pubblicherai la tua produzione...

«Sì, e ne sono molto felice… Aris e Barbara sono due figure chiave alla base della mia formazione musicale. Il loro modo di lavorare e il loro approccio coincide perfettamente con lo spirito del mio progetto...».

Quando prevedi la pubblicazione?

«Alla fine del 2018...».

A quali formati stai pensando?

«Come ti dicevo poco fa, Tam Bor tenta di fare da ponte tra il mondo analogico e l’universo digitale. Questa idea di ibrido mi piacerebbe mantenerla anche per quanto riguarda la mia prima pubblicazione. Con una formazione di graphic designer, in diverse occasioni mi sono ritrovato a riflettere sull'obsolescenza dell'oggetto in termini di formato audio. Per questo motivo mi piacerebbe trovare nuove soluzioni in grado di soddisfare coloro che del vinile, del cd o della cassetta non possono fare a meno, così come gli utenti della rete...».

 


 

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