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Dwight, una colonna sonora rap (e impegnata)

CANTONEDwight, una colonna sonora rap (e impegnata)

03.05.17 - 06:01
"In estinzione" è l'album di esordio del 19enne di Mezzovico, con la passione per Hans Zimmer e uno sguardo chiaro su quanto accade nel mondo
Vania Vicenzi
Dwight, una colonna sonora rap (e impegnata)
"In estinzione" è l'album di esordio del 19enne di Mezzovico, con la passione per Hans Zimmer e uno sguardo chiaro su quanto accade nel mondo

MEZZOVICO - Se i rapper sono i nuovi cantautori, come molti dicono da parecchi anni, è normale che alcuni di loro prediligano testi impegnati (e impegnativi) a rime di facile successo, ma molto leggere. Dwight è uno di questi: ha 19 anni e vive a Mezzovico. Il 14 aprile ha pubblicato "In estinzione", il suo album d'esordio che lo vede nella duplice veste di autore e produttore di tutte le 18 tracce. La cura del mix e master è stata affidata invece all'Heaven Recording Studio di Massagno da Roberto Colombo. Oltre che su Spotify e iTunes l'album è acquistabile fisicamente allo Streetdreams di Lugano e al Pinguins di Bellinzona.

Quando ti sei avvicinato al rap?

«Ho realizzato le prime basi all'età di 14 anni, ai tempi della scuola media. Cose che si fanno così, tra amici. L'anno scorso c'è stato il debutto a Palco ai Giovani, bissato quest'anno: da allora ho iniziato ad esibirmi davanti a un pubblico e a registrare seriamente».

Chi e cosa ha influenzato maggiormente il tuo modo di fare musica?

«Se parliamo di rap, sicuramente Bassi Maestro che seguo da sempre. Poi c'è Hans Zimmer, grande musicista e creatore di colonne sonore, che mi ispira nella creazioni di basi con suoni orchestrali. Ho una grande passione per le colonne sonore dei film, e musicalmente sono il mio riferimento. Il rap l'ho fatto mio specialmente per la libertà di esprimersi che offre».

Come ti rapporti con la scena rap ticinese?

«Non ho lavorato con nessuno dei nomi più in vista a livello locale, ma nel mio disco ci sono delle interessanti collaborazioni con quelli che definirei "esordienti di talento": ragazzi non ancora sconosciuti ma molto bravi. Ci sono due artisti spagnoli, oltre ai due amici con i quali formo il gruppo "Detach" e con i quali abbiamo partecipato a Palco ai Giovani. Seguono comunque molto gli artisti ticinesi, e sono stati loro a consigliarmi di registrare "In estinzione" da Roberto Colombo.

Hai definito il tuo album «una tesi scientifico-musicale»: in che senso?

(ride, ndr) L'ho scritto su Facebook, e forse ho un po' esagerato. Il disco definisce la specie umana, e le canzoni parlano di un mondo che va verso il precipizio. Sono solo un ragazzo, non pretendo di conoscere la verità, ma nei brani di "In estinzione" immagino un possibile futuro. Il disco presenta anche variazioni di stile e temi, ho voluto esprimere ciò che penso senza andare incontro al volere del pubblico di questo genere che ultimamente tende ad essere uniforme e sempre più ripetitivo. È una mia particolarità: uso la musica per trattare temi molto impegnativi».

Parlami del videoclip di "Vado a uccidere la morte", nel quale ti scavi letteralmente la fossa...

«Volevo girarlo in mezzo alla natura, e ho scelto Dagro, sopra Malvaglia. È un po' inquietante? (ride, ndr)».

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