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CANTONELigabue: «L’Italia? Non riesco a non amarla»

19.12.16 - 07:04
Luciano Ligabue si racconta tra musica e vita. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il cantautore sabato pomeriggio negli studi Rsi di Lugano-Besso
Foto Toni Thorimbert
Luciano Ligabue, 56 anni.
Luciano Ligabue, 56 anni.
Ligabue: «L’Italia? Non riesco a non amarla»
Luciano Ligabue si racconta tra musica e vita. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il cantautore sabato pomeriggio negli studi Rsi di Lugano-Besso

LUGANO - Il 18 novembre ha dato alle stampe “Made in Italy” (Warner), il suo nuovo album, o meglio, il suo nuovo concept album, che - in quattordici tracce - racconta la storia di Riko: «Un uomo di mezza età che potrebbe essere il mio alter ego».

Luciano, “Made In Italy” è un concept: una scelta singolare in questo 2016 fatto di musica liquida…

«Il progetto è nato in maniera molto naturale, partendo da una specie di indagine che ho fatto su di me. L’anno scorso ho pubblicato la canzone “Non ho che te”, che narra di questo personaggio e della crisi che sta affrontando dopo essere stato licenziato. A un certo punto, mi sono reso conto che parlavo in prima persona. In genere, in passato, usavo la terza, in particolare nei miei primi album. E da lì, mi sono chiesto che cosa volesse dire tutto questo, il perché, e chi è veramente Riko. Riko potrebbe essere il mio alter ego, oppure quello che sarei se non avessi fatto il cantante. Quindi, mi sono detto perché non scrivere tutto ciò che è successo prima e dopo quel licenziamento. Da quegli istanti hanno iniziato a prendere forma le canzoni. Canzoni però capaci di avere una propria autonomia perché - per rispondere meglio alla tua domanda - mi piace l’idea del concept così fuori tempo, ma senza avere la presunzione di imporlo...».

Quello che sarei se non avessi fatto il cantautore...  Qual era il tuo piano B?

«Non ho mai avuto un piano B, anzi non ho mai avuto un piano. Prima di fare il cantante ho fatto una decina di mestieri diversi, e l’unica costante era che in ogni posto di lavoro duravo per poco tempo. È incredibile che io faccia lo stesso mestiere da 26 anni… Se questo, poi, vogliamo chiamarlo mestiere… Ma sulla carta di identità c’è scritto così…».

I pezzi selezionati per “Made In Italy” sono quattordici: quanti ne hai scritti in totale mettendo a punto questo progetto?

«Ce ne sono altri e non è detto che sia finita qui…».

Vedremo quindi un “Made In Italy” Volume 2?

«Ancora non lo sappiamo...».

Quando, esattamente, l’idea alla base del disco ha incominciato a svilupparsi?

«L’anno scorso, dopo Campovolo. Anche se qualche tempo prima avevo avuto delle avvisaglie legate al mio sentimento verso l’Italia. Ovvero il fatto di non riuscire a non amarla, anche se si impegna così tanto…».

Cosa hai ascoltato nel corso del processo di lavorazione?

«Non ci sono album di riferimento. Diciamo che c’è un ascolto casuale di musica in streaming, in particolare di quelle proposte di uscite settimanali che ti dovrebbero piacere…».

Dici “proposte che ti dovrebbero piacere”... Mi fa pensare...

«Qualcosa mi è piaciuto, certo, altrimenti non le ascolterei…».

Vuoi fare qualche nome? Qualche titolo?

«Intendi formazioni o situazioni nuove?».

Sì…

«…Beh, non ricordo nomi e titoli… Quindi, direi che questo sia indicativo...».

 

 

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