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Benedict Cumberbatch è il Dottor Strange

GERMANIABenedict Cumberbatch è il Dottor Strange

31.10.16 - 06:00
Abbiamo incontrato l'attore britannico che veste i panni del protagonista in “Doctor Strange” (Usa, 2016), film diretto da Scott Derrickson nelle sale ticinesi da giovedì scorso.
Keystone
Benedict Cumberbatch è il Dottor Strange
Abbiamo incontrato l'attore britannico che veste i panni del protagonista in “Doctor Strange” (Usa, 2016), film diretto da Scott Derrickson nelle sale ticinesi da giovedì scorso.

BERLINO - Cumberbatch si racconta e racconta le riprese della pellicola che lo hanno visto interpretare il famoso personaggio della Marvel.

Benedict, dopo gli studi hai trascorso un anno in un monastero tibetano. Cosa hai imparato?

«Ho avuto modo di immergermi nella meditazione, e da allora, devo dire, non ho mai smesso di praticarla. Diciamo che con questo ruolo il cerchio si è chiuso, nei termini che il messaggio del film è che grazie alla meditazione l’essere umano può meglio “adattare” la propria mente alla realtà. Basta concentrarsi per qualche istante...».

Come si può fare?

«Puoi meditare in qualsiasi istante: quando fai giardinaggio, quando sei al parco con i tuoi figli oppure mentre fai la coda per ordinare un caffè. Non devi per forza trovarti all’interno di un monastero...».

Per le riprese del film ha praticato il Power Yoga. Fai tanto sport, anche quando non sei impegnato sul set?

«Con il Power Yoga ho lavorato sugli addominali in previsione di alcune scene acrobatiche. Per i combattimenti, invece, ho avuto modo di avvicinarmi al Kung-Fu. Tutti mi chiedono se sia stato difficile, ma la verità è che praticare queste due discipline è molto divertente… Per rispondere alla tua domanda, comunque, purtroppo, quotidianamente non ho sempre tempo per potermi dedicare anche allo sport…».

Il Dottor Strange è un po’ arrogante… Tu come sei in realtà?

«Dovresti chiedere a mia moglie o ai miei migliori amici. Devo ammettere, in ogni caso, che anch’io ho un bel caratterino...».

Prima di vestire i panni di Stephen Strange, sul palcoscenico hai interpretato Amleto. Difficile passare da un mondo all’altro?

«Sì, e forse è proprio questo il fattore che rende questo percorso così interessante. Calcola che il giorno prima di incominciare a lavorare al film mi trovavo sul palco… E in quel bellissimo periodo, per di più, è nato anche mio figlio!».

Come è cambiata la tua vita dopo la paternità?

«Avere un figlio è il massimo che la vita possa regalarti. Mi ritengo molto fortunato».

Quale superpotere vorresti avere?

«Vorrei riuscire a catapultarmi in un’altra dimensione, con un viaggio rapido e senza la sicurezza aeroportuale… Tutto questo per un motivo ben preciso, ovvero per arrivare prima tra le mura di casa...».

 

 

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