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CANTONEMake Plain: elettrici e maturi

14.06.16 - 06:00
Giovedì 16 giugno alle 21 i Make Plain presenteranno al Cinema Plaza di Mendrisio “Side Street”, il loro secondo album pubblicato poche settimane fa
Andrea Zinzi e Luca Imperiali.
Make Plain: elettrici e maturi
Giovedì 16 giugno alle 21 i Make Plain presenteranno al Cinema Plaza di Mendrisio “Side Street”, il loro secondo album pubblicato poche settimane fa

MENDRISIO - Dodici tracce, di cui due cover – “Lady D’Anbarville” di Cat Stevens e “Stand By Me” di Ben E. King -, messe a punto, spostando l’originario orizzonte sonoro alt-folk oriented, attraverso una nuova consapevolezza, più matura, più ricercata. Sonorità acustiche e sonorità elettriche, questa volta, si mescolano, si amalgamano.

E questo è potuto accadere anche grazie all’apporto di ospiti di rilievo, tra cui l’armonicista americano Sugar Blue, vero pezzo da novanta, che nel corso della sua lunga carriera ha condiviso palchi e studi di registrazione con personaggi come i Rolling Stones (l’armonica, di “Miss You”, ad esempio, è la sua), Louisiana Red e Willie Dixon. In sala di incisione con il giovane duo - in cui militano Andrea Zinzi (voce, chitarra) e Luca Imperiali (voce, chitarra, percussioni) -, oltre alla Gos Band - Jonas Macullo (chitarra elettrica), Daniel Bagutti (batteria) e Julian Cambarau (chitarra basso) -, si sono alternati Frank Salis (organo Hammond), Andrea Aloisi (violino), Reinaldo Rodrigues (cori) e Marco Guarnerio (chitarra, direzione artistica)».

Andrea, raccontami il processo di lavorazione dell’album...

«Dopo avere concepito le canzoni, io e Luke abbiamo inviato le prime demo a Jonas e Marco, con l’obiettivo di rielaborarle al meglio attraverso i loro suggerimenti. La seconda fase è stata quella delle pre-produzioni, a cui è seguito, poco prima delle registrazioni, un grande lavoro sulla ricerca sonora svolto insieme ai componenti della Gos Band».

Dal disco fuoriesce, nitida, una nuova direzione sonora… Perché questa scelta?

«C’è una sostanziale differenza nel processo di lavorazione dei nostri due album: il primo, “Make It Plain” (2014), è stato interamente arrangiato e suonato da me e Luke, mentre “Side Street” si può dire che è stato concepito ad Arzo nella nostra sala prove, ma la nascita è avvenuta tra le mura del Jdm studio di Giornico, lavorando a stretto contatto con Jonas, Daniel e Julian: un cambiamento piuttosto radicale - se pensiamo alla filosofia del "rendere semplice" - che ci ha fatto però maturare in ogni aspetto. C'è stato uno scambio di idee, di pareri e di gusti musicali che ci ha consentito di capire quanto, nella musica, la condivisione sia fondamentale. Credo siano questi i motivi per cui le sonorità sono cambiate, nella maniera più spontanea possibile».

Quali le maggiori influenze musicali, questa volta?

«Potrei citare Langhorn Slim e The Tallest Man On Earth, come Passenger, Lumineers e Mumford and Sons».

Vuoi entrare nel dettaglio dei testi, in generale?

«Raccontano tuttora esperienze personali: si parla di emozioni, di dolori, di amore verso le persone, verso le cose, ma anche verso la musica».

Perché la scelta di “Lady D’Arbanville” e di “Stand By Me”?

«“Stand By Me” è un brano che ha segnato un momento preciso del nostro percorso musicale, in particolare un concerto tenuto nell’ambito di Espérance in Musica. Ho provato delle emozioni forti suonandolo in quel contesto. Per “Lady D'arbanville”, nonostante sia una storia drammatica e personale del cantautore, oltre all’emozione che proviamo ascoltandola e interpretandola, sentiamo la canzone molto vicino per quel che riguarda ritmi e sonorità».

Come siete entrati in contatto con Sugar Blue?

«Dobbiamo questo importantissimo contatto, come molti altri, a Jonas Macullo. È stato abbastanza surreale il modo in cui ci siamo ritrovati al cospetto di questa opportunità. Eravamo a Zurigo, ospiti di Swiss Music Awards, quando Jonas, mentre si beveva una bottiglietta d'acqua, in tutta scioltezza ci dice: «Se scrivessi alla manager di Sugar Blue per fargli suonare un paio di vostri brani?». Increduli, senza porci troppi quesiti, abbiamo proseguito la serata... Pochi mesi dopo tutto quanto si è avverato, nel momento in cui abbiamo ricevuto dieci tracce di armonica per ogni brano (“Once” e “The Beauty Of This Life”). Purtroppo, non siamo ancora riusciti a conoscere Sugar Blue personalmente ma, dagli scambi che abbiamo avuto via email, sembra una persona splendida e molto disponibile a collaborare con giovani musicisti».

Puoi entrare nel dettaglio di quelle registrazioni?

«Grazie al suo apporto, alla singolare modalità con cui suona l’armonica diatonica, le due canzoni hanno cambiato volto».

Cosa vuoi anticipare a coloro che assisteranno alla presentazione dell’album in programma giovedì al Cinema Plaza di Mendrisio?

«La serata sarà un viaggio tra musica, immagini e video, in cui ripercorreremo la nostra storia. Inoltre, avremo l’opportunità di proiettare il nostro nuovo videoclip su grande schermo. Con noi sul palco due ospiti di calibro internazionale, quali Frank Salis all'organo Hammond e Andrea Aloisi al violino. Non mancheranno, nel contempo, nemmeno diverse sorprese...».

 

 


 

 

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