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BELLINZONAFederico Buffa sul palco: "Sono come un gatto in pescheria"

30.10.15 - 08:06
“Le Olimpiadi del 1936" arriva al Sociale di Bellinzona, a raccontarne la storia il narratore di Sky Sport
Federico Buffa sul palco: "Sono come un gatto in pescheria"
“Le Olimpiadi del 1936" arriva al Sociale di Bellinzona, a raccontarne la storia il narratore di Sky Sport

BELLINZONA - Non è un attore ma lo sport e i campioni che ne hanno fatto la storia li sa senza dubbio raccontare, anche se, come lui stesso ammette, su un palco è tutta un’altra cosa. «Non sarò mai un attore – sottolinea con molta umiltà il narratore di Sky Sport – In molti mi dicono: meglio non ti hanno rovinato! Ma insomma... Io non so nulla. Il trucco di scena, per esempio, è qualcosa che ti insegnano all’accademia e io come faccio? Devo mettere la matita… adesso ho la sarta che me lo fa, ma non seguirà tutta la tourné. Mi butterò della terra in faccia», spiega divertito.

Il suo entusiasmo è palpabile: «Sono come un gatto in pescheria perché scopro un mondo che ho sempre sognato di vedere. Passare dall’altra parte e vivere il teatro come gli attori è molto più che elettrizzante. Se potessi non andrei mai via!». Un entusiasmo ripagato dal pubblico in sala: «La vera cosa lusinghiera sono i ragazzi. Chiaro che sono lì perché attratti da quello che hanno visto e sentito in televisione, ma sono venuti. Sono lì per farsi raccontare qualcosa che non ascolterebbero probabilmente in un altro contesto».

Cosa? La storia delle Olimpiadi del 1936. «L’idea di usare lo sport a fini politici l’aveva già avuta Mussolini nei mondiali del ’34 ma Hitler e soprattutto Goebbels la portarono a un livello impressionante. Al loro interno ci sono molte storie. Ne ho scelte due particolarmente legate al momento politico-sociale del mondo». La prima narra dell’afroamericano Jesse Owens che, pur avendo vinto 4 ori, non ricevette nemmeno un telegramma dal presidente Roosevelt. La seconda? È tutta da scoprire a Bellinzona il 2 novembre o il 6 al Cinema Teatro di Chiasso, durante uno spettacolo in cui lo sport, in fondo, è marginale: «In realtà è un viaggio a ritroso nella nostra memoria e in quella di Wolfgang Fürstner, il capo del villaggio olimpico che fu poi destituito per motivi razziali». 

Le Olimpiadi di Hitler - Josef Goebbels aveva capito molto bene quanto i Giochi olimpici costituissero un’occasione unica per aumentare il prestigio della Germania a livello internazionale. Ingenti somme di denaro furono stanziate per creare qualcosa di superlativo; una facciata creata ad hoc per dare l’immagine di una Germania pacifica e tollerante. Per tutto il tempo della loro durata la propaganda antisemita venne sospesa. Gli ebrei furono persino ammessi allo stadio.

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