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RIAZZINO"Vi spiego come essere dj al top per oltre 20 anni"

17.04.15 - 06:12
Intervista a John Digweed, leggenda vivente che riapre, questo sabato, il Vanilla Club
"Vi spiego come essere dj al top per oltre 20 anni"
Intervista a John Digweed, leggenda vivente che riapre, questo sabato, il Vanilla Club

RIAZZINO - Sabato 18 aprile il Vanilla Club con John Digweed, un dj sulla cresta dell’onda da oltre 20 anni, e da un decennio nella Top 10 di DJ MAG TOP 100. Insomma, una vera e propria leggenda vivente.

Parlando del passato, del presente e del futuro, Digweed spiega come guardarsi indietro senza rimpianti, e dove trovare l’entusiamo per il futuro.

Innanzitutto, com’è stato per te l’ultimo anno? Ti ritieni soddisfatto?
“Fino ad ora è andata molto bene, con bellissime date in tutto il mondo. L’agenda è piena e ho tanti party fantastici in programma.

Sei mai sceso a compromessi? Durante la tua lunga carriera quanto è stato difficile rimanere sempre al top?
“Ho sempre voluto suonare la musica che mi piace, e penso che anche il pubblico gradisca. Sarebbe impossibile per me suonare ogni settimana musica che non ascolterei. La mia fortuna sta nel fatto che chi viene a sentirmi ha fiducia nel mio gusto. Fino ad ora credo di non averli traditi.

Se non ti fossi mai inserito nel mondo della musica quale mestiere ti sarebbe piaciuto fare e perché?
“Non lo so. Ho sempre voluto essere un dj da quando avevo undici anni”.

Quanto è stato importante per te il progetto della tua label Bedrock Records?
“È bello avere un’etichetta con così tanta storia come la Bedrock. Ho sempre provato a cercare nuovi artisti per dare a loro un palco su cui splendere”.sono stati molto importanti. Cosa si prova ad essere stato il primo dj britannico a diventare resident

Inghilterra e America, due Paesi così diversi ma che per te in un club di New York? Ricordi ancora l’adrenalina di quel preciso periodo?
“Ho amato il periodo in cui mi recavo a New York, ogni mese, per cinque anni di fila. L’adrenalina al Twilo era incredibile. È bello vedere come la musica elettronica sia diventata in America un fenomeno mainstream”.

Hai vissuto in pieno un paio di decadi della storia della musica elettronica senza mai svenderti e facendo rispettare la tua onestà e integrità intellettuale. Cosa diresti a chi cerca la via del successo bruciando forzatamente le tappe?
“Il mio successo me lo sono guadagnato con la costanza, dando il 100% a ogni data. Penso che sia fantastico che ci siano tanti dj capaci di portare nuovi suoni e stili alla scena, che così resta fresca e in grado di soddisfare la richiesta di novità del mercato”.

Digitale o analogico?
“Dipende. Adoravo il vinile, ma non posso non essere felice delle possibilità che offre il digitale. Adesso, posso lavorare sulla musica, modificare tracce e produrre, tutto mentre sono su un aereo per Ibiza”.

Se ti guardi in giro ci sono dei produttori che ti piacerebbe avere per la tua etichetta?
“Sono sempre alla ricerca di nuovi ragazzi, là fuori”.

Guardandoti indietro hai qualche rimpianto, qualcosa che rifaresti o che non avresti mai fatto?
“Nessun rimpianto. Rifarei tutto e allo stesso modo”.

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