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LuganoGli eredi dei poeti maledetti sono tornati e ci sono anche Mattak e Funky Nano

10.12.21 - 06:30
I due rapper nostrani hanno collaborato con una quarantina di artisti italiani nella creazione di "Dead Poets III"
Davide Giordano
Mattak e Funky Nano, nella redazione di tio.ch/20minuti.
Mattak e Funky Nano, nella redazione di tio.ch/20minuti.
Gli eredi dei poeti maledetti sono tornati e ci sono anche Mattak e Funky Nano
I due rapper nostrani hanno collaborato con una quarantina di artisti italiani nella creazione di "Dead Poets III"
Previsto un ritorno sul palco, con un tour che passerà anche nel nostro cantone

LUGANO - Gli eredi maledetti sono tornati. Dopo un anno e mezzo di silenzio, è uscito "Dead Poets III". Il disco di DjFastcut raggruppa in 17 brani artisti che hanno fatto la storia del rap italiano e altri che meritano di portarla avanti. Tra di loro ci sono anche i ticinesi Mattak e Funky Nano. In occasione dell'uscita dell'album, li abbiamo intervistati.

"Dead Poets" è un progetto che Valerio Alessi, in arte DjFastcut, porta avanti dal 2016. Gli artisti che prestano la loro voce sono gli "eredi dei poeti maledetti". Per Domenico Vari, conosciuto come Funky Nano, fare parte del progetto è «tenere vivo quello che c'era prima» e per Mattak, Mattia Falcone, è qualcosa di pazzesco, «perché siamo in mezzo a dei nomi come Zampa e Frankie hi-nrg».

Questo terzo album mette insieme le voci di una quarantina di rapper. Come spiega Mattak, «Fastcut stesso ci ha detto che è un casino organizzare tutto. La creazione richiede dei tempi lunghissimi. Lui manda un tot di beat agli artisti con cui vuole lavorare e con Funky Nano, per esempio, abbiamo scelto la base con Caparezza e Roy Paci, ci abbiamo scritto sopra e l'abbiamo mandata». Così è nata "Smackdown", che è per i due la canzone più bella dell'album. Per l'energia che sono riusciti a metterci e perché hanno creato qualcosa di nuovo, «una via di mezzo tra Old School e radio».

Per Funky Nano in generale l'album «ha un certa freschezza e potrebbe mettere d'accordo due tipi di pubblico, sia chi è un affezionato anni Novanta, sia chi invece ascolta qualcosa di più nuovo». Dal punto di vista di Mattak è vero che questo disco potrebbe essere il più mainstream di Fastcut, «ma non sarà mai fresco abbastanza da arrivare a tantissima gente perché lui è troppo autentico». 

E arrivare a fare qualcosa che «spacca» non è semplice. «È stato un mio amico a insegnarmi le basi degli schemi, delle metriche o di come fare le rime sul rullante alla fine della barra», spiega Mattak. «Ma arrivi a un punto in cui devi sviluppare qualcosa che sia tuo. Non puoi imparare o insegnare uno stile specifico». E per rappare, chiude Funky Nano, «devi starci dietro. Devi capire come portare qualcosa d'innovativo. È come un mortale all'indietro, se ti dai da fare magari ce la fai. Ma se non ce l'hai dentro non ce la farai mai».

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