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CANTONESinplus: con “Break the Rules” è una liberazione a suon di rock

14.05.21 - 06:30
Il nuovo album del duo locarnese è uscito da pochissimi giorni: «In queste tracce c'è la nostra anima»
Ray Tarantino
Sinplus: con “Break the Rules” è una liberazione a suon di rock
Il nuovo album del duo locarnese è uscito da pochissimi giorni: «In queste tracce c'è la nostra anima»

LOSONE - Prima una briciola (il singolo “Escape”), poi una manciata (l'EP “It's Not About Being Good”) e infine ecco il nuovo album: “Break the Rules”, uscito da pochi giorni.

Una riscoperta rock lunga più di un anno, e 13 tracce, quella dei locarnesi Sinplus che hanno deciso di dedicarsi al loro lato più spontaneo e graffiante: «Questo disco ci ha dato la possibilità di riscoprire il divertimento e l'emozione delle origini», ci raccontano Ivan e Gabriele Broggini.

“Break The Rules” è un album per certi versi "contenitore", nel senso che contiene anche tutta la prima parte di questa vostra nuova fase rock.  Come chiudete questo cerchio?

Diciamo che finalmente siamo riusciti a mettere assieme i pezzi del puzzle. Siamo nati con un’anima rock ma per un motivo o per l’atro non eravamo ancora riusciti a esprimerla fino in fondo.  Forse negli anni ci eravamo un po’ persi nel processo produttivo e onestamente ci siamo anche fatti qualche pippa mentale di troppo.

Il titolo dell’album invece è una provocazione. Per noi “Break The Rules” è inteso come il rompere le regole della routine quotidiana. Significa mettersi in gioco, scavalcare un muro per vedere cosa c’è dall’altra parte e non fermarsi alla prima difficoltà.

Com'è stato il processo produttivo? 

La produzione dell’album si è basata essenzialmente sul suonato, l’improvvisazione. Le canzoni sono frutto di una selezione fatta su riff, melodie e idee di testo nate di notte, con lo strumento in mano, davanti al camino e una birra. 

A causa della pandemia è stata una produzione molto artigianale, ma sicuramente è anche stata una di quelle più sentite. Abbiamo deciso di registrare tutto a casa e questo ci permesso di trovare il giusto flow.

Quando poi il giorno della pubblicazione vedi che un’altra nostra canzone è stata presa nella playist All New Rock di Spotify in mezzo ad artisti affermati che hanno ben altre risorse…c’è da esserne fieri! Anche da... Losongeles (ridono) ce la si può fare.

Mi sarei atteso più una svolta da rocchettone più sguaiato ma invece quello che ha preso il sopravvento rispetto all'EP sono le sonorità un filo più dark, anni '80 fra Joy Division e Depeche Mode. Come mai? C’entra con il Covid?

Una cosa che non ci ha mai abbandonato negli anni è quella vena new wave, anche dark se vogliamo, basti pensare agli inizi con “Unbreakable”.

Sicuramente, come per tanti, non è stato un gran periodo, abbiamo anche avuto dei lutti in famiglia e aver potuto metabolizzare il tutto esprimendosi in musica è stata la nostra salvezza. Per noi era importante ritrovare una sorta di flirt con il Rock n Roll e penso che ci siamo riusciti.

Basti pensare a “Private Show (My RnR)”, ha sicuramente degli elementi dark, ma pre-ritornello e ritornello sono da cantare a squarcia gola e all'insegna dell'energia.

C'è qualche brano (o più brani) a cui siete particolarmente legati? 

Non puoi chiedere a un musicista che ha appena pubblicato un album a quale canzone è più legato, è come chiedere a un genitore a che figlio vuole più bene (ridono).

A parte gli scherzi, ce ne sono parecchie….ma sicuramente una di quelle è “Van Gogh” che è dedicata a una persona che purtroppo non c’è più ed è sempre molto emozionante suonarla.

Io, che sono uno che va matto per le tracce che di solito finiscono in fondo agli album - non so perché, ma è così - ho amato “Burning Man” e “Give it Away” (che però non è una cover). Avete qualcosa da raccontarmi su queste due canzoni?

(ridono) Quello che possiamo dirti che sono le prime canzoni che abbiamo completato nel percorso di produzione. In un certo senso possiamo ringraziarle perché hanno contribuito a farci ritrovare il giusto feeling con noi stessi. 

Anche a livello di testo descrivono bene quel fuoco che ci stava bruciando dentro e che aveva bisogno di essere elaborato e trasformato in energia da espandere.

Che aspetta i Sinplus in futuro? 

Abbiamo ritrovato la giusta via, la macchina è settata e ora non ci resta che dare gas.

Non vediamo l’ora dei live, anche perché sono sempre stati un nostro punto forte…e con queste canzoni….sarà una liberazione.

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