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ITALIATiziano Ferro e l’omosessualità nascosta: «Mi facevo schifo»

21.12.20 - 19:00
Il cantante ha parlato a cuore aperto in un’intervista davvero particolare
Keystone
Tiziano Ferro e l’omosessualità nascosta: «Mi facevo schifo»
Il cantante ha parlato a cuore aperto in un’intervista davvero particolare

ROMA - La trasmissione “Verissimo” hanno trovato un modo davvero originale per l’ultima intervista a Tiziano Ferro: in studio, infatti, era presente un ologramma del cantante, collegato dalla sua casa negli States. L’immagine integra e nitida dell’artista era in studio e dalla sua bocca i telespettatori hanno potuto ascoltare il duro e commovente racconto riguardante l’omosessualità nascosta a lungo dal cantante. Celare il suo vero modo di essere portava Tiziano Ferro a vivere con un eterno dolore, che l’artista provava a soffocare con l’alcol.

«Ho iniziato a bere - ha spiegato Tiziano Ferro - con il primo tour. Pensavo fosse normale per me che ero un timido e complessato. L'alcol è socialmente accettato, per questo è una dipendenza che si mimetizza. Credevo di controllarlo. Fu il mio ex compagno che si accorse della mia dipendenza e dopo tre anni di convivenza mi disse 'Me ne vado perché hai un problema’». Quell’episodio segnò una prima svolta. «Lì mi sono reso conto che non riuscivo a smettere. Ero terrorizzato, a 34 anni avevo il fegato al limite della cirrosi epatica. Non tocchi mai il baratro, puoi sempre scendere. Andavo in analisi per parlare del coming out, ma non menzionavo il problema con l'alcol. Per colpa dell'intossicazione da alcol, ho fatto anche grandi errori nel lavoro. Mi sono salvato con gli alcolisti anonimi».

Altro elemento fondamentale, per Ferro, è stato fare coming out. «Quando ho iniziato a scrivere canzoni parlavo del mio dolore e del mio modo di amare - ha dichiarato Tiziano -. Io mi facevo schifo eppure tante persone mi seguivano. Quando con l'analisi ho rotto questa barriera di mancata autostima, sono rinato ed è arrivato il coming out». Solo allora Ferro è riuscito a intraprendere un nuovo percorso e dimenticare il dolore provato in passato. «Quando a scuola mi bullizzavano, io pensavo avessero ragione. Mi dicevano 'femminuccia, ciccione, disgustoso'. Io consiglio di perdonare, tanto quelle persone faranno una vita miserevole se quello è il loro comportamento».

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