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ITALIAMahmood in quarantena con la mamma: “Ci scanniamo”

07.04.20 - 16:00
Il cantautore racconta le difficoltà dell’isolamento forzato
KEYSTONE
Mahmood e la quarantena insieme alla mamma.
Mahmood e la quarantena insieme alla mamma.
Mahmood in quarantena con la mamma: “Ci scanniamo”
Il cantautore racconta le difficoltà dell’isolamento forzato

MILANO - Mahmood ha raccontato a La Stampa la sua quarantena, che il cantautore sta vivendo a casa in compagnia della madre. Un isolamento forzato che va avanti tra alti e bassi… «Ogni tanto ci scanniamo – spiega l’autore di “Soldi” - ma abbiamo trovato un nostro ritmo…». Gli scontri avvengono per lo più sempre per lo stesso motivo. “Lei ha 57 anni, è stata fortunata con il DNA, non ha una ruga. Però ha la fissa dei dolci, li mangia e io la sgrido». 

La mamma, però, si fa perdonare in cucina. «Mi ha cucinato le lasagne e le fa buonissime - racconta Mahmood -. Anch'io faccio, ma cose basiche: uova, insalate, bistecche». Anche se sotto lo stesso tetto, in realtà Mahmood e la madre non trascorrono poi tanto tempo insieme. «È difficile perché abbiamo i ritmi sballati. Io vado a letto all'una e mi addormento alle 5, poi mi sveglio alle 14 e faccio colazione, lei pranza. Ho un fuso americano, ma mi dà fastidio svegliarmi alle 14, sento tanto la mancanza del tempo perduto». Per ammazzare il tempo, Mahmood scrive canzoni - ha lanciato in questi giorni “Eternantena”, proprio sull’isolamento forzato - ma fa anche altro. «Guardo serie su Netflix. Una delle ultime è "Elite", spagnola, che parla di un omicidio ai tempi del college. In realtà guardo poco anche le serie: se vedi una puntata devi andare avanti e diventa una schiavitù. Poi guardo la cronaca delle brutture che viviamo”.

A tal proposito, il cantante ha lanciato un appello ai lettori del quotidiano italiano. «Resisteremo - ha dichiarato Mahmood - Abbiamo la responsabilità di rispettare quelli che rischiano la vita tutti i giorni, ho un caro amico medico, vedo le foto che posta, e mi racconta. Bisogna aspettare e rispettare, la gente sta morendo. Alla fine, in casa, siamo come bambini che non sono mai felici». 

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