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ITALIAEva Henger e il canna-gate: «Io non mollo»

02.03.18 - 19:24
La Henger sostiene di avere molto coraggio mettendosi contro una macchina molto più grande e potente di lei
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Eva Henger e il canna-gate: «Io non mollo»
La Henger sostiene di avere molto coraggio mettendosi contro una macchina molto più grande e potente di lei

ROMA - Eva Henger non ha alcuna intenzione di 'mollare' sul canna-gate.

L'ex pronostar e concorrente dell'ultima edizione dell'Isola dei Famosi lo ha detto in un'intervista rilasciata al settimanale 'Oggi'. «In me cresce la forza e il senso di giustizia, più vedo gli altri mentire. Non mollo. Mollare adesso sarebbe sciocco, se cominci e non dici bugie non bisogna temere nulla. Diciamo che un certo sistema ha paura della verità», ha spiegato.

«Chiunque ora al mio posto si fermerebbe. E' talmente pesante convivere con l'ipocrisia, che pochi resisterebbero come sto facendo. Ma la spinta verso la verità mi anima: più sento menzogne, più tiro dritta. Me ne tornerò da dove sono venuta, certamente. Sono indignata, ma la parola fine la scrivo io, quando decido io», ha quindi aggiunto.

La Henger sostiene di avere molto coraggio mettendosi contro una macchina molto più grande e potente di lei. «Dire la verità significa andare contro una produzione, un gigante che può stritolare qualsiasi velleità, o meglio, necessità professionale. Io lo capisco, ma non posso giustificare chi sa e tace», ha fatto sapere.

«Quando ho sollevato il problema della canna, davanti a lui (Andrea Marchi, capo progetto Magnolia in Honduras, ndr) eravamo in nove: io, Franco Terlizzi, Craig Warwick, Cecilia Capriotti, Francesca Cipriani, Amaurys Perez, Chiara Nasti, Nino Formicola, Giucas Casella. Mi è stato promesso che avrebbe indagato. Vedevo che non succedeva nulla, ho detto che allora lo avrei detto in puntata. La stessa Capriotti ha confermato che, prima della puntata in cui l'ho denunciato, Francesco Monte fosse al corrente della cosa. Quindi non ho parlato perché sono stata nominata, avevo già fatto casino. E se l'ho fatto è solo perché ci ha fatto correre un rischio enorme», ha poi concluso.

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