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ITALIAMalika Ayane presa a bottigliate a Napoli

22.07.15 - 21:00
La cantante ha lasciato il palco dopo essersi vista lanciare una bottiglia d'acqua da un gruppo di precari in protesta
Bang Show Biz
Malika Ayane presa a bottigliate a Napoli
La cantante ha lasciato il palco dopo essersi vista lanciare una bottiglia d'acqua da un gruppo di precari in protesta

NAPOLI - Gesto vergognoso nei confronti di Malika Ayane, una delle artiste più talentuose della musica italiana.

La cantante, ospite a Napoli alla trasmissione di Rai 3 'Parallelo Italia', è stata prima fischiata e poi presa a bottigliate da un gruppo di precari che, prima dell'inzio della diretta, aveva inscenato una protesta.

"Fischiate me ma almeno fate cantare Malika. Ma con che coraggio? Io mi fischierei ma almeno Malika fatela cantare" - ha urlato contro gli incivili il conduttore Gianni Riotta.

Poi il brutto gesto: la bottiglia lanciata sul palco mentre Malika si stava esibendo in 'Adesso Qui (Nostalgico Presente)', successo discografico presentato all'ultimo Festival di Sanremo.

Dopo l'accaduto la cantante 31enne ha abbandonato il palco, dicendo: "Scusate io vado".

Riotta, infuriato per il trattamento riservato alla sua ospite, ha così reagito: "Questa straordinaria artista non meritava questo. Certamente dovevate prendere me a bottigliate, non lei. È una grande viltà, prendersela con chi era venuto qui gentilmente a portare arte."

In mattinata la Ayane ha preferito minimizzare l'accaduto affermando di non aver preso alcuna posizione politica e di aver lasciato il palco perché impaurita dal clima di tensione.

Su Facebook la cantante ha detto: "Nessuno mi ha preso a bottigliate come ho letto in giro, ho visto una bottiglia di plastica sfiorare Brando e ho visto contestatori e polizia correre, il pubblico dentro la transenna attonito e spaventato. quando ho percepito un clima teso e surreale mi sembrava di estremo cattivo gusto rimanere sul palco a favore di camera. Nessuna indignazione, mi sentivo solo un filo fuori luogo. Se fossi rimasta lì a finire di fare il mio lavoro, forse non se ne sarebbe accorto nessuno."

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