Sfonda al box office, convince la critica e coglie l'attimo (politicamente parlando)
LOS ANGELES - Il successo di “Black Panther” appare inarrestabile. Il film Marvel e Disney diretto da Ryan Coogler, dopo aver fatto segnare il secondo miglior incasso di sempre nei primi quattro giorni di programmazione (242 milioni di dollari) e aver infranto il primato del miglior lunedì al cinema di tutti i tempi (con incassi per 40,2 milioni), continua a macinare record. I costi di produzione, pari a 200 milioni, sono ormai abbondantemente coperti: gli incassi mondiali sono già ben oltre i 420 milioni di dollari.
Per vari motivi "Black Panther" è più un fenomeno culturale che un semplice film di supereroi per il grande schermo. È stato un grande richiamo per il pubblico afroamericano ma anche per quello femminile (stando alle analisi dei biglietti staccati in questi giorni). Salvo rare eccezioni, la critica è entusiasta dell'opera e la considera il più pregevole prodotto dell'universo Marvel visto fino a oggi.
Si tratta del classico film di spessore che arriva al momento giusto: Cole e Coogler (il regista è anche sceneggiatore) sono riusciti a dare un taglio politico alla vicenda, che ben si sposa con quanto avviene nell'America di Trump. Un'opera che coglie il momento e offre infine una rappresentazione (molto rara, a Hollywood e non solo) di un supereroe nero. «Black Panther può essere un primo passo importante per sfatare il mito che per generazioni ha impedito a Hollywood di raccontare storie che non solo noi, ma anche il resto del mondo vuole vedere», ha spiegato Darnell Hunt, direttore del dipartimento di scienze sociali all'UCLA.