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STATI UNITICritiche a "Grey's Anatomy": offre false aspettative di guarigione

20.02.18 - 13:00
La serie, secondo uno studio, accantona l'autenticità medica puntando di più sul tener legato lo spettatore
Keystone / AP
Critiche a "Grey's Anatomy": offre false aspettative di guarigione
La serie, secondo uno studio, accantona l'autenticità medica puntando di più sul tener legato lo spettatore

PHOENIX - Guarigioni troppo veloci e il rischio di creare aspettative irrealistiche nei pazienti. Con queste accuse finisce sul banco degli imputati a livello scientifico Grey's Anatomy, una delle serie tv più amate, giunta alla quattordicesima edizione.

Secondo uno studio del Dignity Health St. Joseph's Hospital and Medical Center di Phoenix in Arizona, pubblicato online sulla rivista Trauma Surgery & Acute Care Open, mentre molte serie TV legate alla medicina cercano l'autenticità, i vincoli del formato e la necessità di tenere gli spettatori legati alle storie spesso portano il realismo a passare in secondo piano.

Lo studio ha confrontato la storia di 290 finti pazienti in 269 episodi di Grey's Anatomy, nelle prime 12 stagioni (2005-2016), con quanto accaduto nella vita reale a 4'812 pazienti inseriti in una Banca dati nazionale Trauma del 2012. In particolare, per quanto riguarda i feriti gravi, metà di quelli fittizi ha trascorso meno di una settimana in ospedale, mentre solo uno su cinque (20%) di quelli veri è rimasto ricoverato per un tempo così breve.

Se poi si considera il tasso di mortalità, è risultato tre volte più alto nella serie Tv che nella vita reale (22% rispetto al 7%), e la maggior parte (71%) dei pazienti di "Grey's Anatomy" è passata direttamente dall'emergenza alla sala operatoria, cosa che tra i pazienti della banca dati è accaduta solo in un caso su quattro (25%). Tra i sopravvissuti al trauma in TV, inoltre, solo circa 1 su 20 (6%) è stato trasferito in una struttura di assistenza a lungo termine, un dato significativamente inferiore alla percentuale di pazienti veri (22%). «La divergenza tra le aspettative dei pazienti e la realtà - concludono gli autori- può, di fatto, contribuire a livelli inferiori di soddisfazione».

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