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CURIOSITÀLe Bacche di Goji? Fra le nuove parole dello Zingarelli

30.12.16 - 13:21
Con loro tutto ciò che quasi all'improvviso, per moda o per reale cambiamento di costumi e della società, diventa conosciuto e d'uso più o meno comune, come testimoniano le pagine dei giornali
Le Bacche di Goji? Fra le nuove parole dello Zingarelli
Con loro tutto ciò che quasi all'improvviso, per moda o per reale cambiamento di costumi e della società, diventa conosciuto e d'uso più o meno comune, come testimoniano le pagine dei giornali

ROMA - Le Bacche di Goji (frutti rossi del Lycium barbarum, con vitamine, sali minerali e antiossidanti, di uso tradizionale nella medicina cinese) oltre a venir citate negli spot natalizi sui panettoni e diventare ingredienti di mille ricette alla moda, finiscono anche nel vocabolario Zingarelli 2017, come tutto ciò che quasi all'improvviso, per moda o per reale cambiamento di costumi e della società, diventa conosciuto e d'uso più o meno comune, come testimoniano le pagine dei giornali.

Così ogni anno l'uscita della nuova edizione millesimata Zanichelli del più classico dei vocabolari italiani è un modo per fare un bilancio a parole dei 365 giorni appena passati, perché, con l'entrata dei nuovi lemmi, ci fa scoprire particolari e riflettere sul mondo in cui viviamo e su come lo viviamo.

Che mondo è allora quello raccontato dallo Zingarelli 2017? La verità è che ormai di mondi in lingua italiana ce ne sono molti. Uno quindi è quello dei Meetup (sito che mette in contatto persone che hanno interessi comuni. Incontro organizzato tramite tale sito) e dei Jamboree (dal raduno degli scout, quello di appassionati come il Summer Jamborre a Senigallia, da 18 anni dedicato agli appassionati di anni '50 del Novecento) e degli Emoij (piccola icona usata nella messaggistica digitale e nei social network, che raffigura faccine, oggetti, animali, ecc.). Un mondo giovane, europeista, legato ai social e apparentemente spensierato, quello detto generazione Erasmus (programma finanziato dall'Ue che prevede soggiorni per studenti in un Paese europeo per motivi di studio).

Accanto alle parole nuove, lo Zingarelli da alcuni anni chiede definizioni di parole classiche a personaggi noti, che ne danno una loro interpretazione. Da una parte c'è quindi Luciano Canfora che ci spiega, con un certo pessimismo e comunque apertura al futuro cosa per lui sia il ''Cambiamento'' (non necessariamente ''sinonimo di progresso'' come dimostrano i secoli XIX e XX), in un paese Cattivista (giornalistico, che - o chi - dimostra cattivismo), che non lesina Carognaggine (modo di essere di chi è una carogna) ed eccede nel Luogocomunismo (banalizzazione di concetti, tendenza a usare frasi fatte, argomenti banali e scontati), nel Bullizzare, convive con Ecoreato, Ecocatostrofismo, con Euroburocrazia, Foreign Fighter, Trollare (offendere e perseguitare sui social), non a caso tutte parole che entrano ora, nel 2017, nel vocabolario.

Dall'altra parte ecco Paola Cortellesi, che spiega cosa sia il Sorriso, tra l'altro definendolo ''farmaco salvavita: lenisce i dolori di varia natura'' e anche che ''accende le passioni, annega le offese'' e per questo ''considerato arma di difesa universale'' trovandoci a vivere tra gente che fa il Fotoringiovanimento (tecnica di ringiovanimento della pelle mediante l'applicazione di luce laser o pulsata), oppure il Picotage (tecnica di rigenerazione della pelle mediante iniezioni intradermiche di acido ialuronico, al fine di stimolare la produzione di collagene) per Vigoressia (disturbo di chi ha un culto ossessivo della forma fisica) e cerca di farsi accettare col Piacionismo (comportamento tipico dei piacioni) e comunque ricorre al Camouflage (in cosmetica, trucco che copre inestetismi temporanei).

Insomma, un gruppo di parole uscite dal 2016 e accettate come d'uso dallo Zingarelli 2017, che certo lasciano perplessi, ma non più di quanto lasci perplessi la lettura dei giornali e il mondo culturale, sociale e politico che ci circonda. Del resto, i curatori attuali Mario Cannella e Beata Lazzarini, ricordano che proprio ''cento anni fa, nel 1917, Nicola Zingarelli cominciò a pubblicare in fascicoli il Vocabolario della lingua italiana, poi uscito la prima volta in volume nel 1922. Cento anni in cui il vocabolario nelle sue varie edizioni ha scandito e registrato gli sviluppi del lessico e della lingua italiana e, insieme a essi, i mutamenti sul piano culturale e del costume caratterizzandosi per chiarezza e leggibilità, per l'apertura alle nuove terminologie tecniche, scientifiche e settoriali e allo stesso tempo per cura e rigore filologico nel verificare e tramandare il grande patrimonio storico della nostra lingua''.

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