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PRO JUVENTUTECalcio, balletto, pianoforte... qual è il senso di ciò che propongo ai miei figli?

30.08.18 - 07:00
L'argomento merita di essere maggiormente esplicitato e, soprattutto, pensato, ripensato e approfondito in una discussione quanto più ampia possibile
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Calcio, balletto, pianoforte... qual è il senso di ciò che propongo ai miei figli?
L'argomento merita di essere maggiormente esplicitato e, soprattutto, pensato, ripensato e approfondito in una discussione quanto più ampia possibile

Al rientro dalle ferie estive alle famiglie si presentano mille impegni. Oltre la scuola c'è il pianoforte, il calcio e il balletto, l'inglese e probabilmente altro ancora.

Ora, su queste colonne si è già a lungo riflettuto e discusso attorno alla configurazione che dette attività, nella loro frequenza e nel loro numero, assumono nella quotidianità di bambini e giovani. Lo sappiamo: il più delle volte i nostri pargoletti (e le famiglie prima ancora) si sentono in un certo senso condannati a questi ritmi e a questi contenuti, poiché la società lo impone.

A parte il fatto che oggi – purtroppo, aggiungo – si impara l'inglese prima di tutto per orientarsi in un aeroporto o per poter leggere i commenti ai bollettini borsistici invece che per poter avere accesso a una delle sicuramente più importanti e significative letterature della storia dell'umanità, poniamoci una questione molto semplice: dove sta il senso di ciò che propongo ai miei figli? Dove sta il fil rouge che unisce tutte le attività che gli presento (o a cui è, in un certo senso, tenuto a partecipare)? Me lo chiedo non perché questo senso non esista o perché ci sia – ché so io… - da vergognarsi, ma solo perché merita di essere maggiormente esplicitato e, soprattutto, pensato, ripensato e approfondito in una discussione quanto più ampia possibile.

Anche alle nostre latitudini ci sono intellettuali che hanno affrontato il tema e che ci hanno reso attenti alle derive del caso e delle decisioni prese per noi da altri in ambito educativo. Varrebbe la pena di porre la questione e non di liquidarla con atteggiamenti che, invece, abdicano alla fatica di riflettere e che trovano forma in litanie che ci ripetono che, tanto, a fare il mercato (anche quello delle coscienze) non saremo certamente noi.

Articolo di Ilario Lodi, Responsabile Pro Juventute Svizzera italiana
 

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