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SVIZZERAChasselas, delicatezza che incanta

04.04.18 - 07:00
Un vino leggiadro ed equilibrato, difficile da dimenticare
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Chasselas, delicatezza che incanta
Un vino leggiadro ed equilibrato, difficile da dimenticare

Non tutti gli Chasselas sono uguali. E viaggiando tra i cantoni il vitigno più diffuso in tutta la Svizzera assume colori, aromi e gusti variegati, capaci di rappresentare le grandi e piccole differenze che passano da valle a valle.

Lo Chasselas è la bandiera della produzione enologica svizzera, anche se a volte si può faticare a riconoscerlo, almeno nella denominazione: prende spesso il nome dell’area in cui viene prodotto. Nel solo cantone Vaud, ad esempio, lo Chasselas viene chiamato Yvorne, Aigle, Féchy o Saint-Sapharin, in base alla cittadina di provenienza.

Molte volte lo Chasselas viene indicato come Fendant, nome che a questo vino viene attribuito nel cantone Vallese e che rimanda ad una sua caratteristica peculiare: Fendant era il termine con cui questo vitigno veniva indicato nel XVII secolo, un termine che rimandava all’estrema fragilità delle bacche (“se fend”, in francese sta per “si spacca”).

Gutedel, invece, è la parola con cui viene utilizzata in tedesco.

Ma le vere origini dello Chasselas restano sconosciute: alcuni sostengono si tratti di un vitigno autoctono svizzero, altri che abbia avuto origini addirittura nell’antico Egitto.

La delicatezza delle sue bacche si riverbera anche nel gusto: lo Chasselas non è un vino forte o con un carico di una legnosità molto spinta, bensì un bianco dai profumi delicati, in cui si risaltano le note fruttate di pesca e agrumi, e con una bevibilità molto alta grazie alla sua grande freschezza e leggerezza.

Si accompagna ottimamente con gli aperitivi estivi, oppure con fondute, piatti di formaggio o pesci di lago.

I trend gastronomici del momento hanno infine creato un nuovo abbinamento perfetto per le caratteristiche di questo vino: Chasselas e sushi. 

Articolo sponsorizzato da SellWine

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