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ITALIAMacugnaga: museo della montagna e del contrabbando

29.08.21 - 22:57
Reportage su una regione ricca di storia, montagne e natura incontaminata.
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Vista dalla Funivia Monte Moro.
Vista dalla Funivia Monte Moro.
Macugnaga: museo della montagna e del contrabbando

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Reportage su una regione ricca di storia, montagne e natura incontaminata.

MACUGNAGA - Definita la perla del Monte Rosa, Macugnaga è un piccolo villaggio posto a 1327 metri di altezza composto da quattro frazioni ognuna composta da una precisa identità. Staffa è la sede comunale, mentre Pecetto è la frazione che si raggiunge al termine della strada statale, dove merita vedere la Chiesa della Madonna dei ghiacciai e l’antica baita Pala. Proprio dalla sede municipale si può raggiungere il primo nucleo abitato di Macugnaga, Dorf, dove troviamo la Chiesa Vecchia in stile medievale.

Le origini di Macugnaga ci riportano alla metà dell’anno 999 quando l’Arcivescovo di Milano Arnulfo cedeva l’allora Macana, il primo nome di Macugnaga, all’Abate Lanfredo, appartenente al Monastero dei Benedettini di Arona. La sua nascita come vero e proprio centro abitato risale tuttavia al XII secolo per volere dei Walser, il popolo di origine alemanna che emigrò dal vicino Vallese per insediarsi negli alpeggi del Monte Rosa. Ancora oggi la loro presenza è chiaramente visibile dalle numerose costruzioni in pietra e legno ma anche dal dialetto locale che alcuni anziani ancora parlano. Durante la festa patronale di ferragosto è interessante ammirare gli abiti tradizionali dell’epoca, un costume ricamato che viene portato anche in altre occasioni ufficiali.

Nella frazione principale di Staffa si trova il Museo della Montagna e del Contrabbando ricavato in un edificio del Settecento. Il primo piano è dedicato ai dipinti di Aldo Mazza, caricaturista milanese della prima metà del Novecento. Il suo racconto pittorico, intitolato "Quota Pecetto" ha come protagonista il senatore Aldo Pozzo e le sue guide alle prese con un'importante ascensione che non si realizzerà. Sempre al piano terreno sono raccolte antiche stampe di Macugnaga e del Rosa donate da Luigi Lazzaroni nonché delle vecchie fotografie e delle riproduzioni del catasto di Maria Teresa d'Austria. Inoltre ci sono dei documenti e reperti legati all'epopea dell'alpinismo, in particolare sul Monte Rosa che ricordano le imprese compiute dalle guide alpine locali

Il piano superiore è in parte dedicato a un tema curioso e originale: il contrabbando di montagna, con documenti e foto d'epoca. La prima raccolta museale di questo genere allestita in Italia, grazie anche alla collaborazione delle Guardie di confine svizzere. Ovviamente la documentazione non è l’apologia del reato di contrabbando, ma intende conservare doverosamente la memoria di un’attività che era finalizzata alla sopravvivenza della gente di montagna, soprattutto nei periodi di crisi e negli anni delle guerre. Pagine di una storia durata quattro secoli che non va dimenticata. Durante l’ultima guerra i contrabbandieri divennero “passatori” accompagnando ebrei, prigionieri alleati e perseguitati politici verso la frontiera svizzera della speranza e della libertà. Ho avuto l’esclusiva possibilità di avere come guida, di questo piccolo ma esclusivo museo, Teresio Valsesia, giornalista e profondo conoscitore dell’alpinismo. Il museo è oggi gestito da sua figlia Daniela.

Come si raggiunge Macugnaga? Si raggiunge facilmente questo villaggio percorrendo l’autostrada A26, in direzione di Gravellona Toce, per poi immettersi nella SS33 del Sempione fino all’uscita di Piedimulera che consentirà di raggiungere la Valle Anzasca e quindi l’abitato in fondo alla valle.

Sono giunto al termine del mio soggiorno alla scoperta della cultura e natura nella regione della Valle Anzasca e di Macugnaga. Ci tornerò, sicuro!

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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