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VALLESEL’Ospizio del Gran San Bernardo, tra ospitalità e spiritualità

15.07.19 - 06:00
Due weekend in luglio ed agosto per vivere la tradizione di Barry
foto Fondation Barry
Gli antenati di Barry vi aspettano a 2'500 metri.
Gli antenati di Barry vi aspettano a 2'500 metri.
L’Ospizio del Gran San Bernardo, tra ospitalità e spiritualità

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Due weekend in luglio ed agosto per vivere la tradizione di Barry

BOURG-SAINT-PIERRE – E’ sicuramente uno dei luoghi più affascinanti e straordinari delle Alpi. Fondato da San Bernardo d’Aosta nel 1050 con una prima intitolazione a San Nicola, la casa ospitaliera del Gran San Bernardo (in passato Mont Joux) da oltre un millennio è al servizio di pellegrini, viandanti o semplici escursionisti. I canonici hanno sempre messo a disposizione la loro casa e se stessi per chiunque si trovasse in difficoltà, in balia del freddo, delle tempeste di neve, delle valanghe e delle nebbie che spesso avvolgono questi picchi rocciosi. A disposizione dell’altro senza mai chiedere nulla in cambio. “Vedere Cristo in ogni viandante bisognoso”: questa la loro regola.

Un luogo che trabocca di storia e di sacralità. Da quando le primigenie popolazioni celtiche onoravano quassù il dio Penn, nume delle vette, fino ai Romani che qui, a 2500 metri di quota, costruirono un tempio al Sommo Giove Pennino; un punto di sosta e di ristoro lungo una strada impervia e faticosa che, da Augusta Praetoria (Aosta) conduceva nelle province elvetiche fino a Mogontiacum (attuale Magonza). Fino a quando gli dei divennero uno solo; fino a quando le loro rupi e il loro tempio si trasformarono in una chiesa e in un monastero affacciati su un lago glaciale e incastonati in un grandioso scenario alpino.

“Dio abita sulle vette” si trova scritto nei Salmi e qui se ne coglie l’essenza più profonda.

Possiamo solo lontanamente immaginarci cosa doveva voler dire per un viaggiatore, nei tempi passati, con le strade dell’epoca, affrontare la salita al Colle, irta di difficoltà e soggetta ai capricci di un clima volubile e spesso minaccioso.

E forti e resistenti come orsi sono i simpatici cagnoloni che da San Bernardo prendono il nome. Una razza possente e muscolosa che per secoli ha coadiuvato i canonici nel soccorso delle vittime della montagna. Oggi meno utilizzati di un tempo in seguito all’ammodernamento delle tecniche di soccorso alpino che necessitano di cani più agili e leggeri adatti al trasporto in elicottero.

Tante le attività possibili all’Ospizio: campus di avviamento all’alpinismo per bimbi e ragazzi, ritiri spirituali, trekking di preghiera, ma anche volontariato. Da un minimo di 15 giorni fino ad un massimo di 3 mesi, l’Ospizio accogli a braccia aperte tutti coloro che, da ogni angolo del mondo, avessero voglia di mettersi al servizio degli altri in mezzo a queste montagne. I canonici sono sempre disponibili e sempre vi accoglieranno con un sorriso.

Da non perdere lo splendido Museo che conserva, oltre a significativi reperti archeologici provenienti dagli scavi condotti al colle, anche emozionanti testimonianze della vita passata dei canonici.

La Fondation Barry organizza, con ritrovo a Martigny, due viaggi alla scoperta della tradizione del famoso cane Barry. Il 23 e 24 luglio e il 9 e 10 agosto verrà proposto un viaggio sulla “Via Francigena” fino al Passo del Gran San Bernardo. In programma: la visita del Barryland a Martigny, la scoperta dei vigneti (con degustazione), la salita in bus al Colle con pernottamento all’Auberge de l’Hospice, incontro con i San Bernardo e tanti ‘vizi’ gastronomici italosvizzeri. Forza Barry!

 

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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