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VALLESECon Barry a piedi fino all’Ospizio del Gran San Bernardo

24.05.18 - 07:00
La tradizione si ripete il 10 giugno 2018
Con Barry a piedi fino all’Ospizio del Gran San Bernardo

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La tradizione si ripete il 10 giugno 2018

MARTIGNY - Sul Passo del Gran San Bernardo, a 2469 m sul livello del mare, nel XI secolo dei canonici fondarono un ospizio per fornire riparo a viandanti e pellegrini. In quel luogo già dalla metà del XVII secolo venivano tenuti grossi cani da montagna per la sorveglianza e la protezione. La presenza di questi cani è documentata iconograficamente già dal 1695 e per iscritto in un promemoria dell’ospizio del 1707.

I cani furono presto impiegati come accompagnatori e soprattutto per il salvataggio dei viandanti perduti nella neve e nella nebbia. I cani del Gran San Bernardo hanno salvato la vita a numerose persone, proteggendole dalla morte bianca. Nel XIX secolo, le cronache in diverse lingue e i racconti orali dei soldati che nel 1800 attraversarono il passo con Napoleone Bonaparte, diffusero in tutta Europa la fama dei San Bernardo (allora chiamati „Cane Barry“). Il leggendario Barry divenne l’archetipo dei cani di salvataggio.

Barry visse dal 1800 al 1812 presso l’Ospizio e fu sicuramente il più famoso di tutti i cani di salvataggio del Passo: salvò la vita a più di 40 persone. La sua storia è circondata di leggende e ha contribuito molto al buon nome del cane San Bernardo. Per questo motivo all'Ospizio c'è sempre un cane che si chiama Barry. Nel 1812, l'ormai vecchio Barry venne portato a Berna. Lì poté godere di ottime cure e morì di vecchiaia due anni dopo. Nel 1815 venne esposto al Museo di Storia Naturale e dal 1923 è visibile il corpo restaurato di Barry 1°.

Domenica 10 giugno tutti gli amanti dei cani San Bernardo avranno la possibilità di accompagnare i Barry che passeranno l’estate al loro luogo d’origine, all’Ospizio dei canonici a 2'473 metri. La giornata, su iscrizione, permette di scoprire la regione del colle con le sue costruzioni storiche, il lago, la cornice delle montagne e la frontiera verso la Valle d’Aosta. L’iscrizione è d’obbligo visto il numero limitato di posti disponibili.

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.