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TARGET3 suggerimenti per avere successo online nel settore beauty

16.06.20 - 08:00
Così un centro estetico, una linea o uno shop di cosmetici o make-up possono migliorare il proprio business con il web
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3 suggerimenti per avere successo online nel settore beauty

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Così un centro estetico, una linea o uno shop di cosmetici o make-up possono migliorare il proprio business con il web

L’industria della bellezza, dei centri e dei prodotti per l’estetica ha subito notevoli cambiamenti da quando le aziende di cosmetica, i commercianti e i professionisti del settore hanno potuto disporre, per comunicare con i loro clienti, degli strumenti digitali.

Cambiando il modo in cui il consumatore si avvicina all’acquisto e al brand, cambia la relazione tra loro, e dunque la strategia per avviarla e migliorarla. Su tratta di un concetto piuttosto generico, ma che si applica particolarmente bene a tutte le realtà che cercano di far leva sul senso estetico dei propri clienti, i quali si aspettano, prima di comprare prodotti e servizi, di vederne i risultati.

È proprio qui che il digital marketing viene in soccorso di chi lavora nel settore. Quale unione migliore di quella con i canali promozionali - come Instagram, TikTok, Youtube, e talvolta Facebook - che fanno di un visual d’impatto l’arma principale per coinvolgere gli utenti?

A questo proposito, abbiamo individuato tre attività fondamentali su cui chi si occupa di beauty, anche a livello locale, può scommettere per raggiungere i propri obiettivi e, perché no, trovarne di nuovi.

 

    • 1) Il consumatore al centro: stimolare gli UGC

Chi ha a che fare con la bellezza non lavora semplicemente per proporre qualcosa a un cliente, ma si impegna sempre affinché questo sia più che soddisfatto dell’acquisto, fino a diventare un consumatore abituale, aperto a provare nuovi articoli o servizi della stessa tipologia.

Se la fedeltà di chi acquista è tanto importante, perché non mettere il suo coinvolgimento al centro della nostra strategia? Spesso, specialmente nel caso dei target più giovani, i cosiddetti millennials e la generazione Z, sono gli utenti stessi a cercare l’interazione con il brand, a voler essere parte, e non destinatari passivi, della sua comunicazione. E possono diventare potenziali brand advocates, ovvero clienti soddisfatti e fedeli, che si fanno volontariamente promotori dei prodotti e dei servizi che gradiscono verso chi fa parte della loro rete: non solo un passaparola online attivo, ma anche un indiscutibile segno di affidabilità per gli estranei che si documentano su di noi prima di avvicinarsi.

C’è molta forza e molto potenziale in questo semplice, moderno concetto: i nostri stessi followers possono diventare, in un certo senso, i creativi che realizzano i contenuti per noi attraverso la loro attività quotidiana online.

A questo proposito, è bene confrontarci con la produzione di UGC, cioè contenuti prodotti e diffusi dagli utenti. Il loro impiego è uno di certo interessante sui social media, ma per poterli avere bisogna incoraggiare i nostri followers nel modo giusto.

Potremo, ad esempio, semplicemente premurarci di consigliare i nostri hashtags ufficiali, chiedere di taggare la pagina del brand nelle foto e nei video caricati sui profili, proporre campioni omaggio o piccoli trattamenti gratuiti in aggiunta, stimolando gli utenti a creare e condividere nuovi look.

L’azienda californiana ColourPop Cosmetics si è distinta attraverso l’uso di questa strategia. L’hashtag ufficiale #ColourPopMe, nato proprio per contraddistinguere i contenuti creati con i prodotti del marchio, conta su Instagram più di 800.000 post, molti dei quali vengono ricondivisi dalla stessa pagina ufficiale, con ben 9.5 milioni di followers.

Come non citare, a questo proposito, l’impennata di filtri da usare nelle stories? Attraverso le tecnologie della realtà aumentata, sempre più aziende stanno valutando e mettendo in pratica questo nuovo strumento, creando dei filtri personalizzati che gli utenti possono utilizzare per pubblicare le loro stories, dando automaticamente visibilità al brand. Lo scorso anno, ad esempio, il marchio italiano We Make-Up ha creato e promosso un filtro AR che permetteva di “testare” sul proprio viso le sfumature dei rossetti dell’appena lanciata collezione Ever. Funzionale per l’utente, che ha modo di sperimentare il prodotto o il servizio, funzionale per il marchio, che ne riceve nuova e ampia diffusione.

 

    • 2) Influencers, microinfluencers, nanoinfluencers

Secondo i dati recentemente rilevati da Euromonitor e HubSpot, l’85% dei consumatori comincia il percorso d’acquisto dopo aver ricevuto consigli sul prodotto in questione. Questo semplice dato ci dà una forte percezione ci conferma quanto la prima leva sia fondamentale da utilizzare, in una strategia di marketing online, e ci fa capire perché anche gli influencers con ogni tipologia e quantità di seguito siano emersi e si trovino ancora sulla cresta dell’onda così tanta decisione, in particolare nel settore beauty.

Trovare il giusto influencer con cui formulare un accordo (cosa che li differenzia dai “semplici” utenti che producono UGC), affinché lui o lei parlino di un brand o di un particolare prodotto o servizio, significa accedere a un pubblico parzialmente o totalmente nuovo e ricettivo: per le persone che lo/la seguono con fiducia, ricevere un consiglio da una figura esperta del settore, e al tempo stesso genuina e onesta, sarà un valido incoraggiamento a diventare clienti del brand.

A dipendenza del tipo di percorso da seguire, dell’area geografica a cui siamo interessati e del budget da investire, si potrà anche valutare il contributo dei cosiddetti micro-influencers e nano-influencers: con questo termine si indicano persone che godono di un seguito di qualche migliaio di followers, ma spesso molto fedeli e coinvolte dai contenuti pubblicati. Il motivo? Probabilmente, l’essere ritenuti dai propri seguaci più vicini, affidabili e trasparenti degli influencers con centinaia di migliaia o milioni di seguaci.

 

    • 3) Video, video e ancora video

Produrre brevi video e pubblicarli sui social media è sempre consigliabile. Questo tipo di contenuto gode di ottima diffusione (anche organica, cioè non a pagamento), grazie agli algoritmi delle piattaforme, e spinge gli utenti a soffermarsi di più sui post che pubblicheremo.

Realizzare video offre, inoltre, numerose strade creative sulle quali si può provare a incamminarsi, specialmente per quanto riguarda il settore beauty. Ad esempio, con l’aiuto dei nostri influencers, “macro”, “micro” o “nano” che siano, si possono proporre al proprio pubblico dei video-tutorial nei quali, passo dopo passo, vengono illustrati alcuni look, trattamenti e combinazioni di prodotti. O ancora, filmare delle recensioni in cui uso e risultato vengano commentati e incoraggino gli spettatori ad acquistarli.

Il grande brand MAC Cosmetics, ad esempio, fa buon uso della propria pagina Facebook, seguita da circa 20 milioni di utenti, proponendo un eterogeneo calendario di contenuti video: alcuni semplici, altri più elaborati, per mantenere vivo e attivo l’interesse dei fan. MAC alterna brevi recensioni e tutorial ad opera di esperti a colorati video promozionali e brevi pillole di curiosità con suggerimenti e tips.

 

Quello legato della bellezza è un ambito affascinante e pieno di opportunità, specialmente per chi dispone di una strategia di marketing digitale efficace. Hai un’attività o sei un/una professionista impegnato/a nel settore beauty? Contattaci per una consulenza gratuita: abbiamo in serbo molti altri consigli che potrebbero fare la differenza per il tuo business.

 

Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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