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LUGANODark web, l’internet sommerso: che cos’è e perché bisogna conoscerlo

23.10.18 - 16:06
È grande 600 volte più della rete che navighiamo ogni giorno, ed è un ricettacolo di illegalità a ogni livello, sebbene sia nato con ottime intenzioni
Dark web, l’internet sommerso: che cos’è e perché bisogna conoscerlo

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È grande 600 volte più della rete che navighiamo ogni giorno, ed è un ricettacolo di illegalità a ogni livello, sebbene sia nato con ottime intenzioni

La rete internet che conosciamo, quella navigabile e raggiungibile tramite un browser normale o Google è appena il 4% di quella esistente. Lo avreste mai detto? La stragrande maggioranza è sommersa, nascosta, oscura: da qui la definizione di “dark web”, che descrive quella parte del web che richiede un software speciale per accedervi, e che contiene un numero di pagine superiore di 600 volte rispetto alla rete internet indicizzata dai motori di ricerca.

Per entrare sul dark web, sono necessari programmi speciali: il più conosciuto tra essi è TOR. Consiste in un browser utile alla navigazione anonima e crittografata che offre l’opportunità di nascondere (quasi) completamente il proprio indirizzo IP per muoversi tra i contenuti. Identificare qualcuno nel dark web è molto complicato e questo vale tanto per chi naviga quanto per i “proprietari” dei siti in esso ospitati. Gli URL (o indirizzi) sono composti da caratteri e cifre mescolati senza significato, sequenze pressoché impossibili da memorizzare e che terminano con l’estensione .onion.

L’anonimato ha reso questo il luogo eletto da chi, per svariate ragioni, vuole rimanere nascosto. Gruppi di pedofili, terroristi, criminali, trafficanti e altre spregevoli categorie di soggetti usano questo mezzo per mantenere le loro relazioni, proporre ed acquistare servizi e prodotti anche assolutamente illegali.

Prima di saltare a conclusioni, però, è necessaria una precisazione: quantificare l’effettiva, reale dimensione di questi mercati sul dark web è praticamente impossibile, ma pare sia comunque di gran lunga inferiore rispetto alla quantità di offerta millantata. L’anonimato rende particolarmente semplici le truffe e gran parte degli acquisti – di qualsiasi genere – che si provano a concludere attraverso il dark web può non andare a buon fine. È un attimo, infatti, per il proprietario del “negozio illegale online”, chiudere tutto, scappare con la refurtiva e trasferirsi magari su un nuovo dominio senza lasciare traccia.

Ma volete che si comprino armi utilizzando una comune carta di credito o magari con un bel bonifico? L’identità di chi paga sarebbe tracciabile: attraverso il Bitcoin, invece, che ha il pregio di permettere a due parti di condurre una transazione sicura senza conoscersi l'una con l'altra, questi scambi sono possibili. "Il Bitcoin è stato un fattore importante nella crescita del dark web e il dark web è stato un fattore determinante nella crescita del Bitcoin", si dice, e servizi come Bitcoin Laundry hanno poi consentito di nascondere completamente le transazioni avvenute, rendendo complicatissima la tracciabilità.

Le forze dell’ordine stanno comunque compiendo dei passi da gigante nel contrasto a questo tipo di attività, e nell’identificazione dei responsabili. Proprio l’anno scorso, nel 2017, è stato chiuso AlphaBay, il più grande mercato di contrabbando del dark web, e ne sono stati arrestati i responsabili.

Ma non è tutto nefasto o illegale, almeno nelle intenzioni iniziali. TOR è infatti nato come strumento con lo scopo di aiutare le persone a comunicare in ambienti ostili alla libertà di parola. Un mezzo indispensabile, nei Paesi o nei luoghi in cui si è sottoposti a intercettazioni coatte, o dove l’uso di internet è criminalizzato. È stato, ed è ancora, un canale importantissimo, addirittura cruciale per i giornalisti, al fine di mantenere i rapporti con le proprie fonti confidenziali, quando queste si trovino in condizioni di grande e grave pericolo nel rivelare o trasmettere le informazioni in loro possesso.

In sostanza, navigare nel dark web non è illegale, ma è un’esperienza particolare, oltreché fastidiosa (l’apertura delle pagine è lentissima). Conoscendolo, si capisce che la truffa è dietro l’angolo, così come il furto di identità, e sapendo che cos’è il dark web si può comprendere che i dati, su internet, vanno divulgati con estrema cautela, e con delle accortezze su cui è bene informarsi. Se, magari con l’aiuto di un amico esperto di informatica, vi troverai i tuoi dati personali o dei dati sensibili che ti riguardano, segnalalo immediatamente alla polizia.


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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