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LUGANOBranding: le regole d’oro per capirlo e farlo bene

04.06.18 - 07:00
Fare branding è molto più complesso di rifare semplicemente un logo: dietro questa disciplina c’è la vera anima di un’azienda
Branding: le regole d’oro per capirlo e farlo bene

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Fare branding è molto più complesso di rifare semplicemente un logo: dietro questa disciplina c’è la vera anima di un’azienda

“Brand”, “Branding” e “Brand Identity” sono parole emerse prepotentemente nel marketing degli ultimi anni.

In realtà, l’idea di brand è vecchia di decenni; solo ultimamente, però, questo concetto sta assumendo un approccio scientifico.

Il branding comprende tutto ciò che riguarda l’immaginario di un prodotto: logo, logotipo (ovvero la scritta col naming aziendale), il coordinato tipografico, il payoff (la frase che accompagna sempre il nome del marchio), i claim (slogan) pubblicitari, il packaging, il materiale promozionale aziendale.

Dietro all’idea di brand c’è un imperativo fondamentale: ogni singolo aspetto della comunicazione deve essere coordinato e curato nei minimi dettagli.

Ecco, quindi, le regole d’oro per realizzare un percorso di branding per la propria azienda:

    • Tabularasa: avete già un logo aziendale, del materiale cartaceo, delle insegne, delle auto aziendali? Bene, se avete rimesso in discussione la vostra identità di brand fate finta che non esista nulla. Questo permette di seguire idee e pensieri senza inutili condizionamenti dettati dalla nostalgia o dall’affezione;
    • Valori: stabilire i valori guida di un brand è fondamentale per elaborare il linguaggio finale sotto forma di grafiche, immagini e testi. I valori aziendali possono essere infiniti: qualità, onestà, economicità, territorialità, serietà, esperienza, tecnologia, personalizzazione ecc. Ogni azienda ha i suoi;
    • Pubblico: individuare il pubblico – o target – di riferimento. Questo passaggio è fondamentale per capire il mood (lo stile) con cui comunicheremo. Se il mio target sono dei ragazzi, il logo sarà più informale e con colori più accesi; se invece è un pubblico di fascia
      alta, userò eleganza e colori molto istituzionali;
    • Competitor: altro punto fondamentale è capire cosa fanno i diretti concorrenti del settore, sia quelli del territorio, sia quelli più lontani ma che possano fungere da modello. Questo per capire come comunica chi ha il mio stesso identico target;
    • Opinione: se avete già delle bozze di progetto fatele vedere e poi discutetele con il vostro team, che conosce l’azienda come le sue tasche. Nei limiti, evitare condizionamenti di familiari o amici;
    • Funzionalità: ricordate sempre che qualsiasi sia l’elemento della Brand Identity (un logo, una pubblicità, una carta intestata ecc.) non bisogna privilegiare la bellezza estetica, ma la funzionalità, ovvero la sua capacità di rimanere impresso nella mente. Nike ha fatto fortuna con un semplice segno grafico e un payoff di tre parole!
    • Unicità: qualsiasi sia il risultato finale, la Brand Identity finale deve essere qualcosa che vi distinguerà da tutti gli altri e che è quindi destinata a farvi entrare nell’immaginario del vostro pubblico di riferimento;
    • Coerenza: una volta approvata la vostra Brand Identity, dovete ricordare che qualsiasi aspetto della comunicazione deve essere coerente; in altre parole deve avere un unico linguaggio; ogni azione, ogni supporto, ogni idea vanno intrapresi nell’ottica di seguire sempre e comunque un unico filo conduttore: quello dei vostri valori, del vostro linguaggio, dei vostri colori!

Articolo a cura di Clublab Sagl, siti web e grafica in Ticino


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.