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STATI UNITIPlanes On Paper, un rimedio contro il senso di solitudine

05.06.19 - 06:00
Distribuito alle nostre latitudini dallo scorso 24 maggio “Edge Markings” (Rainwater Records/Irascible), il primo album del duo americano Planes On Paper
Planes On Paper, un rimedio contro il senso di solitudine
Distribuito alle nostre latitudini dallo scorso 24 maggio “Edge Markings” (Rainwater Records/Irascible), il primo album del duo americano Planes On Paper

di Marco Sestito

YAKIMA (WASHINGTON) - Un gioiello di dieci tracce, “Edge Markings”: un’opera, alt-folk oriented, nutrita da grazia e bellezza. Calda, familiare.

Un disco messo a punto con un intento specifico: ovvero «rimuovere qualsiasi possibile sensazione di solitudine nel fruitore».

Navid Eliot (voce, chitarra) scelse di seguire la propria musa, Jen Borst (voce), nel 2014, periodo in cui il giovane songwriter lasciò Seattle, proseguendo il suo cammino - di musica e vita - verso est. Nel contempo, le prime canzoni del duo incominciarono a prendere forma, finendo immediatamente all’interno della prima autoproduzione, “The East End Sessions” (ep, 2014), a cui l’anno successivo seguì “The Ruins” (ep, 2015).

“Edge Markings” - che raccoglie anche brani già apparsi nelle due autoproduzioni precedenti (“Zero Winter”, “Zero Summer”, “The Ruins”, “Day Alone”, Wolves”), ma rielaborati in studio, in sede di arrangiamento, con la batterista Faustine Hudson (Damien Jurado, The Maldives) e il Golden Gate String Quartet - è stato registrato in California, tra le mura del Panoramic House di Stinson Beach, da Scott McDowell (Feist, The California Honey Drops).

«Le uniche cose di cui siamo realmente esperti sono le nostre vite e i nostri sentimenti», spiega in una nota stampa Navid Eliot. «E prima di dare alla luce ogni singola canzone, il nostro intento primario è assicurarci che ognuna di esse sia in grado di trasmettere ciò che vogliamo, senza pretendere di conoscere grandi verità».

«Attraverso “Edge Markings” vorremmo che la gente senta e sperimenti con noi una certa empatia e, nel contempo, percepisca quanto noi possiamo immedesimarci nelle loro esistenze: abbiamo attraversato momenti molto brutti nel corso del tempo, tanto io come Jen, ma siamo stati confortati da canzoni, da musiche, che tuttora ricordiamo. E ora ci sembra quasi un obbligo fungere da colonna sonora per qualcun altro...».

 

 

 

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