Cerca e trova immobili

CANTONEJoasihno a Lugano con le sperimentazioni di “Meshes”

31.01.18 - 06:00
Nell’ambito di MusicNet, è in programma da oggi a domenica la seconda edizione di Lugano Fresh Festival. Tra i numerosi appuntamenti, la performance di Joasihno, in cartellone stasera (21.30) al Foce
Joasihno a Lugano con le sperimentazioni di “Meshes”
Nell’ambito di MusicNet, è in programma da oggi a domenica la seconda edizione di Lugano Fresh Festival. Tra i numerosi appuntamenti, la performance di Joasihno, in cartellone stasera (21.30) al Foce

LUGANO - Un progetto - nato nel 2010 a Eichstätt, nell’Alta Baviera, e ora di base a Monaco - dietro al quale si celano Christoph “Cico” Beck e Nicolas Sierig.

Tre gli album dati alle stampe finora, “We Say: Oh Well” (Kyr Records), “A Lie” (Alien Transistor, 2013) e, infine, “Meshes” (Alien Transistor, 2016).

Un album, quest’ultimo, che, dalle strutture prevalentemente alt-folk/indie pop oriented dei primi due dischi - seppur “A Lie” pare voglia mostrare, a tratti, un’iniziale transizione in territori più sintetici -, ha  portato Joasihno verso una direzione sperimentale: in “Meshes” il duo assembla e modula sonorità, utilizzando, oltre a strumentazione e macchinari tradizionali, dispositivi meccanici “home made” del tutto fuori dal comune.

Pochi giorni fa ho raggiunto Cico sul cellulare...

Cico, dove ti trovi?

«A Monaco, in stazione: sto per salire su un treno che mi porterà a Berlino. Da Berlino, poi, ripartirò con destinazione Lugano...».

Sei già stato da queste parti?

«Sì, in vacanza, otto anni fa. Ho dei bellissimi ricordi, sia di Lugano, sia di Bellinzona...».

Cosa vuoi anticipare a coloro che assisteranno alla vostra performance?

«Sul palco porteremo una rielaborazione delle composizioni raccolte in “Meshes” e un inedito…».

Nulla dei due dischi precedenti?

«No. Come sai, non hanno molto in comune con “Meshes”, perciò…».

Raccontami il processo di lavorazione di questo ultimo album...

«Prima di incominciare a lavorare al disco volevamo chiudere il progetto. Non sapendo più come muovermi  all’interno di un contesto indie pop, mi trovavo in un momento di difficoltà…».

Poi cosa è accaduto?

«Ho ripreso ad ascoltare musica strumentale e sperimentale. Dopodiché, con una manciata di idee per la testa, ci siamo trasferiti per qualche tempo a Berlino, lavorando e modulando suoni con Tod Klimp, che con noi, alla fine, ha co-prodotto l’album…».

Cosa vuoi dirmi dei dispositivi utilizzati?

«Sono macchine e robot, progettati e messi a punto - con l’apporto di una ditta specializzata, la Dada Machines - pensando alla dimensione live».

Per Joasihno “Meshes” documenta l’inizio di una nuova direzione sonora: non ti mancano i versi, le strofe?

«No, direi di no. Ora ci muoviamo in un’ambientazione più astratta».

Oggi cosa pensi dei primi due dischi?

«È difficile risponderti. Diciamo che guardo al futuro».

Mi stai dicendo che i brani contenuti in “We Say: Oh Well” e in “A Lie” non saranno mai più ripresi in dimensione live?

«Non saprei. Comunque, non ora… Stiamo lavorando al nuovo album, che sta prendendo forma da uno sviluppo delle ambientazioni di “Meshes”...».

Quando sarà pubblicato?

«Presumo in autunno».

La realizzazione è prevista tuttora attraverso Alien Transistor, la label di Micha e Markus Acher (Notwist)?

«Vedremo, dobbiamo ancora parlarne...».

Prevendita: biglietteria.ch

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE