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CANTONELanghorne Slim giovedì sul palco del Foce «con chitarra, voce e cappello»

04.09.17 - 06:00
Langhorne Slim sta per tornare a esibirsi alle nostre latitudini: giovedì 7 settembre alle 21.30 salirà sul palco del Foce di Lugano, nel primo appuntamento della nuova stagione
Foto Harvey Robinson
Langhorne Slim giovedì sul palco del Foce «con chitarra, voce e cappello»
Langhorne Slim sta per tornare a esibirsi alle nostre latitudini: giovedì 7 settembre alle 21.30 salirà sul palco del Foce di Lugano, nel primo appuntamento della nuova stagione

LUGANO - A due anni dalla realizzazione di “The Spirit Moves” (Dualtone, 5 agosto 2015), l’ultimo album messo a punto in studio con The Law, la sua band, Sean Scolnick - il songwriter americano (ora di base a Nashville, Tennessee) che si cela dietro lo pseudonimo Langhorne Slim (come Langhorne, in Pennsylvania, il villaggio che nel 1981 gli ha dato i natali, ndr) si appresta così - nell’ambito della rassegna Raclette - a inaugurare il cartellone 2017-2018 del Foce: «Questa volta porterò con me soltanto chitarra, voce e cappello», mi spiega.

Sean, cosa finirà nella setlist?

«Ho appena terminato le registrazioni del nuovo album… Presenterò parte delle canzoni che lo completano...».

Raccontami del nuovo disco...

«Il titolo è “Lost at Last Vol. 1” e verrà dato alle stampe tramite Dualtone il prossimo mese di novembre. È costruito al di sopra di una struttura molto essenziale, nutrita da arrangiamenti minimali, folk oriented… In studio mi ha seguito qualche vecchio amico, così come alcuni componenti di The Law…».

Da quanto mi sembra di capire, non si tratta di un album realizzato con la tua band...

«In copertina figurerà soltanto il mio nome…».

Cosa vuoi dirmi delle registrazioni?

«Alcune canzoni sono state incise in California, altre a New Orleans, Louisiana, così come nei pressi di Woodstock, nello stato di New York».

Immagino ti abbiano impegnato per un po’...

«Per l’intero processo sono serviti sei mesi, da febbraio a luglio... Ho inciso anche il materiale che finirà nella seconda parte del progetto, il volume due...».

E in questo caso quando prevedi la realizzazione?

«Per ora non saprei, ma spero entro la prossima estate…».

Hai definito la struttura delle nuove canzoni «esseziale, folk oriented»: un contesto, questo, in cui ti muovi e sperimenti normalmente, recuperando spesso linfa da altri stili, da altri generi… New Orleans, in questo caso, immagino abbia fatto la sua parte, mi sbaglio?

«Hai ragione… Il disco è nutrito senza dubbio anche da elementi blues, così come cajun e puramente country…».

Un ritorno alle origini…

«Un ritorno alle origini che, se vuoi, ha “sagomato” anche le sessioni di registrazione, effettuate in modalità “live in studio” evitando l’utilizzo di inutili orpelli...».

La tracklist del primo volume raccoglierà anche delle cover?

«No, solo pezzi originali: tredici in tutto, forse quattordici…».

Cosa vuoi dirmi dei testi?

«Narrano dei tempi poco rassicuranti che stiamo vivendo, in America, così come nel resto del mondo…».

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