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BEST OFCalexico: il viaggio (infinito) continua

01.09.15 - 06:00
Joey Burns (voce, chitarra) racconta “Edge Of The Sun”, l’ottavo album dei Calexico (City Slang, 13 aprile 2015)
Fonte foto Ingo Pertramer
Calexico: il viaggio (infinito) continua
Joey Burns (voce, chitarra) racconta “Edge Of The Sun”, l’ottavo album dei Calexico (City Slang, 13 aprile 2015)

TUCSON (ARIZONA) - Risonanze sospese al di sopra di una linea di confine, meticce, messe a punto a poche miglia dalle delimitazioni statali che separano Messico e Stati Uniti. Siamo a Tucson, Arizona, attorno alla metà degli anni Novanta, e la sezione ritmica dei Giant Sand – Joey Burns (basso) e John Convertino (batteria, percussioni) – muta e cambia pelle, elaborando un amalgama sonoro inconsueto, frantumando, per di più, margini di ogni sorta, musicali e geografici: tex mex, jazz e psichedelia si fondono, divengono un corpo unico, presumibilmente per la prima volta. Da quegli istanti Burns e Convertino sono i Calexico.

E a distanza di due decenni, mantenendo la medesima inclinazione, visionaria, “Edge Of The Sun” - in cui, oltretutto, sono stati coinvolti numerosi ospiti, tra i quali figurano Neko Case, Ben Bridwell (Band Of Horses) e Sam Beam (Iron & Wine) - è la sintesi sonora, la trasposizione ammaliante, suddivisa in dodici tracce, di un nuovo viaggio. Polveroso, desertico. Infinito.

“Il disco è il frutto di una serie di riflessioni, talvolta anche surreali, dovute ad alcuni cambiamenti sopraggiunti nel corso degli ultimi anni – mi spiega Burns durante una fugace interurbana – Cambiamenti che hanno toccato sia la nostra sfera personale, sia l’ambito professionale, tra cui la fine del rapporto durato quindici anni (dal 1997 al 2012) con la Quarterstick Records (Touch and Go)…”. “E questo fattore, se vogliamo, ci ha concesso del tempo, del tempo prezioso, che, alla fine, abbiamo potuto utilizzare per il concepimento, lento, di questo ottavo album…”.

 

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