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GAMESUn giro nella Tokyo deserta e infestata di "Ghostwire"

12.04.22 - 08:00
Il titolo di Tango Gameworks non passerà alla storia per le sue doti tecniche. Ma ha tutto per diventare un piccolo cult
Bethesda
Un giro nella Tokyo deserta e infestata di "Ghostwire"
Il titolo di Tango Gameworks non passerà alla storia per le sue doti tecniche. Ma ha tutto per diventare un piccolo cult

TOKYO - Deserto (de facto, ma su questo ci arriviamo fra poco), nebbioso e spettrale. Non si può iniziare a parlare di "Ghostwire: Tokyo" senza evocare l'interpretazione mistico-digitale del famosissimo quartiere di Shibuya ideata dai ragazzi di Tango Gameworks.

Proprio l'ambientazione è infatti il fiore all'occhiello di questo insolito ma originale incrocio tra un titolo d'azione e una storia horror dal classico taglio nipponico, nipote di quella tradizione che ha saputo sfondare i confini del Sol Levante a cavallo dei due millenni con i celebri "Ringu" e "Ju-on". Gli unici esseri in carne e ossa che si aggirano per le strade della capitale - oltre al nostro protagonista - sono infatti cani, gatti, qualche tanuki e una manciata scarsa di loschi figuri mascherati con un colorito decisamente troppo pallido per essere considerati ancora viventi. E ci fermiamo qua per risparmiarvi ogni spoiler.

Spiriti (ovviamente rancorosi e pronti a farci la pelle), yokai di vario tipo e le anime dei poveri cittadini inghiottiti dalle fauci della nebbia infestano invece ogni vicolo di Shibuya. E nostro sarà il compito di salvare gli ultimi e spazzare via i primi, grazie a un insolito set di armi magiche. E se inizialmente potrà essere alienante ritrovarsi a sparare “colpi energetici” dalle proprie dita in prima persona, vi assicuriamo che la meccanica entra del tutto “in circolo” nel giro di poche decine di minuti. Detto ciò, non aspettatevi la fluidità dello “shooting” (si può dire?) di un tradizionale fps.

Per il capitolo “anche l'occhio vuole la sua parte” dobbiamo fare un paio di distinguo. Il bonus lo raccoglie il comparto artistico che, soprattutto nella realizzazione di alcune location interne, va a legarsi a doppio filo con la lore, esaltandola. Da un punto di vista tecnico invece qualche lacuna si manifesta, in particolare nella forma di fastidiose cadute del frame-rate (e con qualche effetto eccessivamente posticcio).

Il nostro verdetto? "Ghostwire: Tokyo" difficilmente passerà alla storia, ma ha tutti gli ingredienti per diventare un titolo di culto. E poi pensateci: quando vi ricapiterà mai di avere Shibuya tutto per voi?

VOTO: 7.5
Abbiamo provato "Ghostwire: Tokyo" su PlayStation 5 con un copia gentilmente fornita da Sony.

SR

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