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GAMESStorie di anime e spade: Soul Calibur resta sempre gagliardo

24.10.18 - 06:00
Il picchiaduro "arma in pugno" di Namco torna sulle nostre console dopo 6 anni di assenza e con grandi ambizioni, ma sarà abbastanza?
Storie di anime e spade: Soul Calibur resta sempre gagliardo
Il picchiaduro "arma in pugno" di Namco torna sulle nostre console dopo 6 anni di assenza e con grandi ambizioni, ma sarà abbastanza?

TOKYO - Nell'era della "Play" e del poligono non c'è dubbio, il re delle scazzottate digitali è stato (e forse pure resta) "Tekken". Per gli amanti del genere però, la vera bestia da domare è sempre stata "Soul Calibur": più veloce, tridimensionale, spietato e complesso.

Armiamoci e mazzate - Come il compagno di scuderia, il titolo di lotta di Namco, proponeva un cast di lottatori assolutamente memorabili: dal bizzarro Voldo passando per lo spietato Cervantes, l'amazzone Sophitia e il samurai Mitsurugi. Combattenti tutti quanti armati, e questa era la vera novità, con un arsenale di lame variegato e letale.

Dopo il silenzio, le lame - Dopo 6 anni di silenzio la saga ritorna, e per la prima volta sull'attuale generazione di console, per rimpolpare il già ricco bouquet di giochi di combattimento di Bandai Namco - che può contare già su "Tekken 7" e "Dragon Ball FighterZ" - e puntando molto sulla scena competitiva e l'esport.

Gradite novità - "Soul Calibur VI" mostra un bel lavoro di scalpello proprio sulle meccaniche introducendo un paio di novità importanti e che convincono. Prima una classica barra per lanciare due ultra-colpi differenti (a dipendenza di quanto viene caricata durante il match), seconda un attacco molto strategico basato sul principio del carta-sasso-forbice in grado di spezzare il ritmo dell'avversario. 

Una nuova grafica - Rivisti radicalmente (e non poteva che essere così) i modelli dei lottatori che sono stati adeguati all'hardware delle nuove macchine senza però far gridare al miracolo e, nel caso di alcuni, in maniera anche un po' deludente. Non eccelsi nemmeno i fondali, a tratti anonimi e dimenticabili, ma - in fin dei conti - il focus dell'azione è decisamente sul primo piano. 

Sempre  velocissimo - E di azione si può proprio parlare perché se una cosa non è cambiata in "Soul Calibur VI" è la velocità e fluidità dei movimenti e della lotta. Questa volta però la barra della vita ci è sembrata un filo più capiente e gli incontri durano un pochino di più di quei 6-7 secondi canonici. E non è affatto un male, visti anche i tempi di caricamento dei match.

Ti racconto una storia... - Parlando delle modalità di gioco, fra online e offline troviamo tutto quello che è lecito aspettarsi. E ci sono ben due modalità storia. Una antologica, che riprende la saga dagli inizi, e una più ruolistica e particolare. Ci verrà chiesto di creare il nostro personaggio, tramite un editor molto versatile, e di accompagnarlo/a in una lunga avventura attraverso l'Asia e l'Europa. 

Una sporca ventina - Per quanto riguarda il cast di lottatori, invece, nella ventina presente su disco troviamo gran parte dei nomi noti (ma non tutti tutti) e un paio di novità che non ci hanno entusiasmato. Nei prossimi mesi, e via dlc a pagamento, il cast verrà verosimilmente rimpolpato (c'è già una lottatrice nuova direttamente dal terzo episodio, Tira). Spassoso, invece, il cameo di Geralt di Rivia, lo strigo mutante di "The Witcher" che - al di là dello stile grafico un po' dissonante - ci sta come il cacio sui maccheroni. 

Decisamente per appassionati - In definitiva, consigliato oppure no? Se siete degli appassionati dei giochi di combattimento ci viene da dire: assolutamente sì. Anche solo per apprezzare la finezza delle novità e ritornare, ancora una volta, a lottare arma in pugno. Altrimenti, forse meglio dedicare le proprie (preziose) ore a qualcos'altro.

VOTO: 8

"Soul Calibur VI" è disponibile per Playstation 4 (versione provata) e Xbox One. È stato recensito utilizzando una copia gentilmente fornita da Bandai-Namco.

ZAF

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