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DENTRO L'ECONOMIAAutunno caldo

30.09.19 - 08:00
Una riflessione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni sui cambiamenti economici in atto
Autunno caldo
Una riflessione del Direttore Cc-Ti Luca Albertoni sui cambiamenti economici in atto

La canicola estiva sta lasciando gradualmente spazio a un clima più fresco ma non per questo meno bollente per l’economia svizzera. Non mi riferisco né a periodi storici di lotte sindacali né alle imminenti elezioni federali. Bensì al ritorno verso un franco molto forte, alle nostre relazioni con l’Unione europea, alle incertezze legate alle conseguenze della Brexit e alla guerra commerciale condotta dagli Stati Uniti contro quasi tutto il resto del mondo.
Tanto per citare solo alcuni elementi che toccano direttamente o indirettamente le aziende svizzere, comprese quelle ticinesi.
Fra dazi e altre misure non tariffali, come procedure doganali complesse o procedure di omologazione dei prodotti lunghe e costose, le imprese svizzere esportatrici devono fronteggiare molte situazioni complicate, con inevitabili ricadute su tutto il sistema economico elvetico. Tutto sotto controllo si potrebbe dire, visto quanto successo nell’ultimo decennio e la nostra grande capacità reattiva. Invero, la reale o incombente erosione dei margini costituisce una minaccia non da poco, perché limita la capacità d’investimento delle aziende e anche la possibilità di rivedere con una  tempistica efficace i propri modelli di business e quindi la loro capacità competitiva. E’ un elemento da non sottovalutare. Tanto più che le aziende svizzere, e non solo quelle ticinesi, sono confrontate con difficoltà di reclutamento di personale qualificato. Tale fattore rischia di frenare ulteriormente lo sviluppo aziendale. A mio avviso la Svizzera, in questo senso, ha una carta fondamentale da giocare: la formazione professionale. Anche in settori come quelli delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), sempre più strategici per le aziende, l’apprendistato sta assumendo un ruolo crescente, perché fornisce una formazione di ampio respiro e vicina alla cultura aziendale. E’ solo una delle strade per rimediare alla carenza di personale qualificato, ma vale la pena valorizzarla!

 

Articolo a cura della CC-Ti

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