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CANTONELa cena diffusa, una novità al CP BISTROT di Taverne

21.09.21 - 06:00
L’evento avrà luogo giovedì 23 settembre in collaborazione con l’Associazione “Anna dai capelli corti”
TVBCOMMUNICATION
Specialità gastronomica
Specialità gastronomica
La cena diffusa, una novità al CP BISTROT di Taverne
L’evento avrà luogo giovedì 23 settembre in collaborazione con l’Associazione “Anna dai capelli corti”

TAVERNE - Si chiama cena diffusa, una sorta di menù a sorpresa che i commensali scopriranno solo una volta seduti a tavola, a ogni portata.

Stefania Bordogna, responsabile della struttura gastronomica è molto entusiasta dell’idea: «Ho accolto con grande interesse l’iniziativa dell’Associazione “Anna dai capelli corti”, il tema è sempre molto delicato ma è necessario che la sensibilizzazione abbia continuità. Il fatto di ritrovarsi attorno a un tavolo, e gustare una cena a sorpresa, rappresenta un modo particolare per essere vicini a tutti coloro che purtroppo soffrono. Una cena di beneficenza che ha quale obbiettivo quello di raccogliere fondi, che possano aiutare le numerose donne colpite dalla malattia. Sono sicura che sarà un grande successo, noi ticinesi, in più occasioni ci siamo dimostrati estremamente solidali».

Ma vediamo nel dettaglio come si svolgerà la cena.

Una grande tavolata unirà virtualmente tutto il Ticino per la prima Cena diffusa organizzata dagli Amici di Anna dai Capelli Corti.

Una cena di beneficenza in diversi ristoranti del territorio per raccogliere fondi e far crescere l’Associazione, mettendo insieme buona cucina, sensibilità e attenzione al sociale e alla salute.

Un menù di alto livello per una serata che farà bene al palato e al cuore grazie ai ristoranti partecipanti del Ticino Gourmet Tour: un piccolo amouse bouche di benvenuto, antipasto, primo piatto, piatto principale e dessert.

Che cos’è Anna dai Capelli Corti?

«Si tratta di una realtà - spiega Gabriella Bianchi Micheli, psicologa clinica e psicoterapeuta – nata all’interno del Centro di Senologia della Svizzera Italiana (CSSI). Il punto di partenza è stata la considerazione del fatto che, mentre durante i mesi della cura le pazienti operate al seno e sottoposte ai trattamenti sono meticolosamente accompagnate nel percorso e assistite in modo molto professionale da più operatori sanitari (medici, infermieri, psico-oncologa), appena terminate le terapie, l’impressione è che venga a mancare quel senso di protezione avvertito nei mesi precedenti. Da qui l’idea di riunire persone che, forti dell’esperienza appena trascorsa, affrontino il «dopo cure», realizzando concrete attività in diversi settori (Salute & Benessere, Cultura, Famiglia e Società). Le giovani donne possono giungere al gruppo su invio del Centro di Senologia (CSSI) o di altre strutture specializzate».

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