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STATI UNITIIl primo sistema di interfaccia cervello-computer wireless

06.08.21 - 08:00
Gli scienziati hanno completato la prima sperimentazione umana di un’interfaccia wireless ad alta larghezza di banda
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Il primo sistema di interfaccia cervello-computer wireless
Gli scienziati hanno completato la prima sperimentazione umana di un’interfaccia wireless ad alta larghezza di banda

Gli scienziati stanno lavorando ormai da anni sulle interfacce cervello-computer (Brain-Computer Interfaces) e nonostante i tanti progressi ottenuti, questi dispositivi dipendevano sempre dalla connessione cablata. Oggi, però, un team di ricercatori statunitensi è riuscito a far funzionare e testare per la prima volta sugli esseri umani un sistema di interfaccia cervello-computer in modalità wireless.
Lo studio, pubblicato sulla rivista IEEE Transactions on Biomedical Engineering, si inserisce all’interno del progetto BrainGate sviluppato dai ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze della Brown University, che da tempo sono impegnati nello sviluppo di BCI. Il sistema da loro realizzato, che funziona tramite un trasmettitore wireless impiantato sulla testa del paziente, è in grado di trasmettere segnali cerebrali alla risoluzione di un singolo neurone e in piena fedeltà a banda larga, senza vincolare fisicamente l’utente a un sistema di decodifica.
La sperimentazione clinica si è avvalsa della partecipazione di due individui affetti da tetraplegia, condizione caratterizza dalla paralisi del busto e di tutti e quattro gli arti, in seguito a un trauma o ad una malattia. Attraverso un array di elettrodi precedentemente impiantato nella loro corteccia motoria, cioè la regione del cervello coinvolta nel movimento volontario, i pazienti sono stati in grado di gestire una serie di azioni sul computer, tra cui puntare, cliccare e digitare, servendosi solo di un piccolo trasmettitore wireless.
«Abbiamo dimostrato che questo sistema wireless è funzionalmente equivalente ai sistemi cablati che hanno garantito le migliori prestazioni nel campo delle BCI negli ultimi anni. I segnali vengono registrati e trasmessi con una fedeltà adeguatamente simile, il che significa che possiamo utilizzare gli stessi algoritmi di decodifica che abbiamo usato con le apparecchiature cablate. L’unica differenza è che le persone non hanno più bisogno di essere fisicamente attaccate alle nostre apparecchiature, il che apre nuove possibilità in termini di utilizzo del sistema», ha dichiarato John Simeral, uno dei professori della Brown University coinvolto nello studio.
I ricercatori hanno anche rilevato che il dispositivo wireless è stato in grado di intercettare i segnali cerebrali senza interruzioni per un periodo di 24 ore, suggerendo che la tecnologia possa davvero entrare a far parte della routine quotidiana del paziente. I risultati di questa ricerca hanno così eguagliato quelli ottenibili con il supporto di un impianto di cablaggio. L’assenza di fili, tuttavia, si è dimostrata una svolta importante perché garantisce la massima libertà di azione nel caso in cui si debba comandare un arto meccanico o qualche altro dispositivo. In sostanza, si tratta di una scoperta rivoluzionaria che rappresenta una speranza per le persone completamente paralizzate, che potrebbero riacquisire un certo grado di autonomia interagendo solo con il pensiero.

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