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Lanciata la Crew Dragon: per molti è l’inizio di una nuova era spaziale

STATI UNITILanciata la Crew Dragon: per molti è l’inizio di una nuova era spaziale

02.06.20 - 09:07
Dopo 9 anni la Nasa riporta l’uomo nello spazio grazie alla collaborazione con la SpaceX di Elon Musk
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Lanciata la Crew Dragon: per molti è l’inizio di una nuova era spaziale
Dopo 9 anni la Nasa riporta l’uomo nello spazio grazie alla collaborazione con la SpaceX di Elon Musk

Gli Stati Uniti, con la missione Demo 2, ritrovano la capacità di portare uomini in orbita direttamente dal suolo americano dopo ben 9 anni. Non accadeva infatti dal 2011. Inoltre, questo evento per molti entrerà nella storia perché è la prima volta che un’azienda privata, la SpaceX di Elon Musk, spedisce due astronauti nello spazio in partnership con la Nasa.

Dopo un primo tentativo fallito mercoledì scorso a causa delle condizioni metereologiche avverse, il razzo Falcon 9 della SpaceX ha lasciato la Terra secondo i nuovi programmi alle ore 15:22 (21:22 locali) di sabato. Il lancio è avvenuto dalla storica piattaforma 39/A del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, la stessa dalla quale sono partite le missioni Apollo dirette alla Luna e quelle dello Space Shuttle che hanno permesso di costruire la Stazione Spaziale Internazionale.

Il primo stadio del Falcon 9, cioè la parte riutilizzabile del vettore SpaceX, ha spinto la capsula per 2 minuti e 33 secondi. Dopo di che si è staccato ed è rientrato atterrando su una piattaforma predisposta nell'Oceano Atlantico. Nel frattempo, la capsula Crew Dragon con a bordo i veterani della Nasa Bob Behnken e Dug Hurley è stata spinta dal secondo stadio per altri sei minuti, concludendo il suo “burn” alla quota di 200 chilometri circa, quando il tachimetro faceva segnare i 27.000 chilometri all’ora.

Il viaggio degli astronauti è durato ben 19 ore e si è concluso con l’attracco alla Stazione Spaziale Internazionale, dove ci sono volute altre 3 ore per pressurizzare l'ambiente di raccordo, portarlo a temperatura e controllare che non ci fossero perdite, prima che i due americani potessero accedere alla Stazione. Ad attenderli vi erano il connazionale Christopher J. Cassidy e i cosmonauti russi Anatoly Ivanishin e Ivan Vagner. L’intera missione, insomma, si è svolta alla perfezione.

Durante il viaggio, Behnken e Hurley hanno avuto modo di testare i sistemi di navigazione e i comandi di bordo della Crew Dragon, che è progettata per fare tutto da sola, compreso il “docking”, cioè l’attracco. L’assetto per il trasporto astronauti della capsula ha quattro posti e un ambiente davvero futuristico. Gli astronauti, infatti, non hanno davanti a sé una plancia piena di pulsanti come sul modulo russo Soyuz, ma tre larghi touchscreen con i quali controllano tutti i parametri e le manovre della navetta. In caso di problemi, poi, i piloti possono sempre prendere il controllo manuale o possono essere assistiti sia da Houston che dalla Stazione Spaziale.

Il numero uno della Nasa Jim Bridenstine, subito dopo il lancio, ha dichiarato: «Ho già sentito quel rumore in passato, ma stavolta è stato diverso. C'è la nostra squadra a bordo, è la squadra di tutta l'America. Per la prima volta dopo 9 anni abbiamo lanciato nello spazio astronauti americani su razzi americani dal suolo americano. Sono assolutamente orgoglioso della Nasa e di SpaceX per aver reso questo possibile».

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