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06.06.22 - 08:44
Le big tech consumano più energia di Portogallo e Grecia.
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Le big tech consumano più energia di Portogallo e Grecia.
Ma ci sono organizzazioni che stanno investendo per ridurre o compensare i consumi.

Se Internet fosse una nazione sarebbe la quarta più inquinante al mondo secondo il Global Carbon Project. Infatti, l’analisi promossa da Karma Metrix rileva come il consumo energetico di complessivo di Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google (le cosiddette FAANG) sia aumentato del 198% negli ultimi 3 anni. In pratica, insieme, le 5 big tech in 1 anno avrebbero consumato 49,7 Milioni di MWh. Un inquinamento paragonabile a quello di nazioni come la Romania (50) e maggiore di Portogallo e Grecia. In generale, dal 2018 al 2020 (anni per cui sono disponibili i bilanci di sostenibilità) il consumo di energia delle 5 Big Tech è quasi triplicato, passando da 16,6 ad, appunto, 49,7 Milioni MWh.

Per ognuna delle 5 aziende tecnologiche, l’osservatorio ESG Karma Metrix ha analizzato i bilanci di sostenibilità pubblicati negli ultimi 3 anni. Dai report ESG sono stati estratti i valori di energia consumata e di CO2 prodotta per ogni anno. Dai dati raccolti emerge, inoltre, che sempre le FAANG hanno emesso 98,7 milioni di tonnellate di CO2. Un quantitativo maggiore dell’intera Repubblica Ceca (92,1), con un aumento aggregato delle emissioni totali del 17% dal 2018 al 2020. Tra le 5 aziende spiccano dei segnali positivi di riduzione della CO2 di Apple e Google, grazie al maggior peso delle fonti energetiche rinnovabili e alla ricerca attiva di efficienza energetica nei loro data center. Ricordiamo infatti che Internet produce emissioni di CO2 sia per le modalità poco efficienti di realizzare siti web e app, sia per i combustibili fossili che alimentano i data center.

«Risparmiare o compensare questo è il dilemma nella lotta al cambiamento climatico! Sulla sostenibilità digitale alcune Big Tech hanno capito che la salvezza del pianeta passa in primis dalla ricerca maniacale della massima efficienza tecnica e del risparmio energetico» commenta Ale Agostini, ideatore di Karma Metrix - «Piantare alberi è un gesto lodevole ma non basta! Ogni azienda che investe in digital deve intervenire alla radice - prosegue Agostini - con misurazioni e azioni che permettono di contenere le emissioni derivanti dal digitale. Così facendo si risparmia tempo, si emette meno CO2 e si spendono meno soldi nella bolletta elettrica».

Andando a vedere la CO2 emessa, si nota subito come il contributo principale venga, quindi, dalle organizzazioni che operano più attivamente anche nel mondo "analogico". Amazon ha toccato nel 2020 un picco di 60 milioni di tonnellate prodotte, in crescita di quasi il 40% rispetto al 2018. Ma questo non significa che siano meno impressionanti le 10 tonnellate prodotte da Google nello stesso anno o le 4 di Facebook.

Ma osservando una pagina del blog di Amazon, l'azienda indica che, nonostante la significativa crescita di Amazon nel 2020 e una crescita del 19% delle emissioni in valore assoluto, l’intensità di carbonio totale è diminuita del 16%, dai 122,8 grammi di CO2e al dollaro di GMS nel 2019 ai 102,7 grammi di CO2e al dollaro di GMS nel 2020. Questa riduzione è frutto di investimenti per soluzioni che favoriscono la decarbonizzazione su larga scala e a lungo termine. Sempre dal blog, Amazon segnala che ha inoltre registrato una riduzione nelle emissioni assolute da acquisto di elettricità, un risultato ottenuto grazie agli investimenti in progetti per le energie rinnovabili avviati in diverse parti del mondo nel corso del 2020. Tutto questo, nonostante l’apertura di nuove sedi, resa necessaria per tenere il passo con la crescita del business. Gli investimenti nelle energie rinnovabili hanno portato Amazon a essere il più grande acquirente al mondo di energia rinnovabile nel 2020. Hanno raggiunto il 65% di energia rinnovabile in tutte le nostre attività, rispetto al 42% del 2019.

Da questi segnali positivi si capisce come la lotta al cambiamento climatico passa attraverso il risparmio e l’efficienza tecnica del digitale, oltre che dal compensare e piantare alberi. Da questa visione nasce Karma Metrix, l’innovativo algoritmo che misura e migliora l’impatto ambientale dei siti internet in termini di emissioni di CO2. Uno strumento già in uso da molte aziende attente ai temi della Corporate Social Responsability, alcune delle quali lo ha inserito nell’ultimo bilancio di sostenibilità.

Anche il sito che abitualmente utilizziamo può consumare energia in modo anomalo. Fate qui il test di Karma Metrix, è gratuito e vi mostra in modo intuitivo e chiaro i consumi del vostro sito web.


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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