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ATEDSuvvia, ammettiamolo: non siamo solo noi quelli intelligenti

22.05.19 - 14:29
Ospiti al Visionary Day di Lugano il prossimo 18 settembre, Luca Gambardella e Lorenzo Natale parleranno di “intelligenza artificiale” e un mondo dove i robot interagiscono in pace con gli uomini
Suvvia, ammettiamolo: non siamo solo noi quelli intelligenti

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Ospiti al Visionary Day di Lugano il prossimo 18 settembre, Luca Gambardella e Lorenzo Natale parleranno di “intelligenza artificiale” e un mondo dove i robot interagiscono in pace con gli uomini

La chiamano “intelligenza artificiale” e c’è chi, per spiegarla, la paragona all’elettricità o alle automobili. Qualcosa che viene data per scontata e che si trova dappertutto: per le strade e nelle case. Ovvia, onnipresente, quotidiana.

Questa particolare intelligenza sarà protagonista di un domani in cui le macchine aiuteranno l’uomo non solo come semplici utensili bensì come strumenti tecnologici con una propria autonomia d’azione e forse anche di pensiero. Non più bracci meccanici che assemblano le auto nelle catene di montaggio o aspirapolveri che sanno dove andare per catturar lo sporco ma robot dalle fattezze umane, capaci di imparare dagli errori, sbalordire il mondo e sostituire l’uomo in attività pericolose, monotone oppure troppo ripetitive.

Non nemici, ma compagni.

La portata, fuor di dubbio, sarà dirompente: lo mostra e dimostra un’industria che nel 2018 è cresciuta del 70%, per un giro d’affari di 1.200 miliardi di dollari che nel 2022 arriverà a 3.900. In un anno, il numero di imprese dedicate a implementare l’intelligenza artificiale è
triplicato.
Da Davos, gli esperti del Wef assicurano: robotica e AI non sono più un’utopia di pochi, ma una delle venti tecnologie della quarta rivoluzione industriale destinata a stravolgere l’esistenza. In un modo che fino a qualche anno fa nemmeno si poteva immaginare.

Un paradosso che Luca Maria Gambardella celebre direttore dell’Istituto delle Molle (USI/SUPSI) proverà a dissolvere il prossimo 18 settembre al Palazzo dei Congressi.

Proprio lui che nell’intelligenza artificiale ha confidato a tal punto da istituire il primo master dedicato, sarà chiamato a raccontare quello che si affina nei laboratori, dove i robot diventano sempre più umani e, al contempo, sempre più vicini alla perfezione. Lui lo va dicendo da anni, con ampio anticipo sulla statistica: l’intelligenza artificiale è la disciplina che aprirà più prospettive nel futuro.

Lo sa bene anche Lorenzo Natale, ricercatore al Mit e presente al Visionary Day, che presso l’Istituto italiano di tecnologia si dedica ad iCub: un robot che ogni giorno impara a interagire sempre meglio con l’ambiente e la realtà esterna, come un bambino di tre anni
di cui assume le sembianze.

«Si va in fretta, più di quanto gli addetti del settore abbiano saputo prevedere» afferma Luca Maria Gambardella «se qualcuno cinque anni fa avesse domandato quando le automobili avrebbero cominciato a circolare da sole la risposta sarebbe stata: tra vent’anni!».

Errore di stima? No, perché per la prima volta nella storia dell’umanità la tecnologia si sta evolvendo in maniera imprevedibile, dando forma a scenari fino a qualche anno fa sconosciuti e immaginabili solo da pochi visionari.

La non conoscenza o imprevedibilità, però, non può essere pretesto per giudicare in modo negativo ogni progresso tecnologico. Anche un artista come Pablo Picasso, non certo un esperto di tecnologie o di intelligenze artificiali, ci insegna di «non giudicare sbagliato ciò che non conosci ma di prendere l'occasione per comprendere».

Queste parole rispecchiano lo spirito di un evento come Visionary Day che ha l’ambizione nobile di divulgare, in modo semplice e concreto la portata delle nuove tecnologie in modo che tutti possano guardare, con maggiore chiarezza, ad un futuro in cui molto probabilmente il robot e l’intelligenza artificiale faranno parte della nostra vita e delle nostre professioni.
Un solo monito: «non diventare pigri» mette in guardia Luca Maria Gambardella «non delegare, convinti che un calcolatore possa fare meglio di un essere imperfetto come l’uomo. In fondo, deve restare un consigliere, e la decisione ultima spettare a colui che l’ha creato».
Quando deve figurarlo, il direttore dell’Istituto delle Molle lo immagina piccino, accovacciato sulla spalla, vicino al padiglione dell’orecchio come un diavoletto o un angelo custode, a suggerire e a dare giusto un’opinione.

 

Potete seguire l’evento attraverso la pagina dell’evento e attraverso la pagina Facebook.

 

di Sara Bracchetti


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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