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ESCLUSIVAMetti la possibilità di guidare sulle strade del Rally del Ticino…

01.07.14 - 13:13
…prima del passaggio dei concorrenti. Seppur con un’auto stradale e non da competizione, un’esperienza notevole.
Ticinonline/b.a.
Metti la possibilità di guidare sulle strade del Rally del Ticino…
…prima del passaggio dei concorrenti. Seppur con un’auto stradale e non da competizione, un’esperienza notevole.


Uno strappo alla regola, della durata forse di qualche minuto, di quelli che capitano poche volte nella vita. È sabato mattina e sono da poco passate le sette quando superata la frazione di Oggio, nei pressi di Tesserete, mi avvicino alla partenza del 17° Rally Ronde Internazionale del Ticino, che quest’anno ha fatto il pieno di iscritti. Questi ultimi, però, non arriveranno prima di mezz’ora. La strada però è già chiusa al traffico e le vetture “sicurezza” sono già partite, al via aspettano le classiche apripista che preannunciano l’arrivo dei bolidi, quelli veri. Tra queste due mi è stata data la possibilità, da parte dell’organizzazione del Rally del Ticino, di poter percorrere tutte le prove speciali della giornata. Il mio compito: mostrare a rappresentati dei media, sponsor e persone legate all’organizzazione il percorso lungo il quale i concorrenti sfideranno il cronometro. Una novità assoluta per il Rally del Ticino, un onore ma anche un onere per il sottoscritto.

Le condizioni meteorologiche non sono delle migliori: l’asfalto è bagnato, il cielo minaccia pioggia da un momento all’altro. Si parte con prudenza, quella che in Val Colla la fa da padrone per il resto della giornata visto che qui, a differenza di Isone, l’asfalto non si è mai asciugato. L’auto con la quale mi sono appena lanciato dal via è una Citroën DS3: scelta obbligata visto che il marchio transalpino è lo sponsor principale dell’evento. Anziché la potente “Racing” forte di 207 cavalli mi è stata affidata un più modesta “THP 155” che di cavalli ne ha una cinquantina in meno. Un’occasione per vedere come si comporta la motorizzazione più diffusa e più vicina al pubblico in un impiego un po’ fuori dall’ordinario per la piccola francese. Il primo tratto dei 7,2 chilometri è un alternarsi di curve a destra e a sinistra piuttosto lunghe, da seconda, caratterizzate da un pessimo asfalto e molti avvallamenti. Progressiva e neutrale, nei primi metri la DS3 fa un buona impressione e sembra non peccare in motricità né farsi intimorire dai numerosi colpi trasmessi al telaio dal fondo stradale. L’assetto è senz’ombra di dubbio ben calibrato. Non appena la strada della Val Colla si apre appare subito evidente che le prestazioni rettilinee non sono fulminee a causa di un’erogazione lineare e poco spettacolare, sebbene in pochi secondi si raggiungano velocità per la quale la patente sarebbe già virtualmente stracciata. Ma oggi è un giorno speciale: oggi si può ed è permesso osare, pigiare sull’acceleratore, perché le strade sono chiuse al traffico e la sicurezza garantita dai volontari responsabili a bordo pista assolutamente esemplari. In un battito di ciglia si mette la terza, si tagliano quegli accenni di “destra-sinistra-destra” con la nostra DS3 che resta sempre stabile, impassibile, con l’avantreno che segue gli imput dati allo sterzo e un retrotreno privo di qualsiasi nervosismo.  Si entra subito in confidenza, con la DS3, e ben presto il ritmo diventa notevole. Non appena ci si addentra in un nucleo abitato l’istinto e il buon senso vorrebbe che il piede destro si sollevi dall’acceleratore, e seppur trovandoci in un contesto particolare come questo bisogna arrivare almeno al secondo passaggio per prendere confidenza con quest’insolita situazione che a bordo strada vede un pubblico il quale non vuole altro che vedere sfrecciare le automobili, sentirne i rumori e assaporarne odori.

Un pubblico che in particolare sulle prove speciali di Isone anche quest’anno è accorso numeroso e più caloroso che mai. Lo vedi subito quando dal paese affronti i primi tre tornanti che, dopo un’ulteriore breve salita ti porta nel luogo più affollato: seduti sull’alto muro o in piedi poco dietro, uomini e donne, adulti e bambini, in un arcobaleno di colori quasi indistinguibili. Trombette che suonano come allo stadio, urla e sbracciate d’incitamento motivano chi sta seduto più di qualsiasi altra cosa. Varcato il cancello della Caserma e arrivati in fondo al rettilineo con una violenta staccata, salendo verso i Monti del Tiglio si snoda un percorso totalmente diverso rispetto a quello incontrato in Val Colla. Anziché due corsie qui ve n’è solo una, alle traiettorie si alterna la tecnica. Inoltre, trattandosi di strade ricche di curve senza alcuna visuale che raramente si percorrono, avere un navigatore sarebbe davvero un bell’aiuto in più. Questa è senz’ombra di dubbio la sezione che di più di tutte fa da spartiacque tra l’efficacia di una vera auto da rally ed una stradale, in quanto i rapporti lunghi del cambio impediscono, pur con la discreta capacità di ripresa ai bassi regimi dell’1,6 litri turbo THP, di avere un reale spunto in uscita dalle curve. Tuttavia è tra i tornanti stretti che salta fuori l’agilità della DS3,  che spesso e volentieri alza la ruota posteriore interna. Si tratta di un’automobile che a livello di guida ti fa sentire subito a casa ti fa andare subito forte senza paura, con piena confidenza, di riflesso non è difficile capire per quale motivo sia la scelta di molti piloti alle prime armi nel mondo dei rally. Dopo tutto l’aver vinto otto titoli costruttori nel più alto campionato mondiale rally deve aver dato i suoi frutti. Infine, lasciata alla spalle “Cima di Fuori” si arriva nel punto in cui si posizionano gli spettatori più scalmanati ed appassionati. Sette tornanti in sequenza resi ulteriormente scivolosi dalla pioggia depositatasi in mattinata. Se a questo aggiungi il pubblico armato di trombetta che fa segno di “tirare la leva”, è come un invito a nozze. Fortuna vuole che in luogo dei sempre più diffusi freni a mano elettronici la piccola di casa Citroën ha ancora la cara e vecchia leva in grado di bloccare per bene le ruote posteriori. Così lo spettacolo è stato assicurato. Sia per gli spettatori che per i fortunati passeggeri che ho avuto il piacere di “scorrazzare” tra una prova speciale e l’altra. Senza dimenticare che un sorriso, ovviamente, è spuntato anche a chi sedeva dietro al volante.

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