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TEST DRIVENuova Z4, “verve” di gran carattere a cielo aperto

24.04.19 - 06:00
La spider tedesca abbraccia linee scolpite ed espressive, riscoprendo però l’agile e tradizionale capote in tessuto. La guida? Mordente e coinvolgente, specie al volante della M40i da 340 cv.
Nuova Z4, “verve” di gran carattere a cielo aperto
La spider tedesca abbraccia linee scolpite ed espressive, riscoprendo però l’agile e tradizionale capote in tessuto. La guida? Mordente e coinvolgente, specie al volante della M40i da 340 cv.

Non sono rimasti molti costruttori, ormai, a credere nelle convertibili sportive; tra questi BMW, che resta fedele alla spider Z4 che, anzi, nella terza generazione fresca di introduzione sui mercati, torna addirittura al tema più classico e caro della capote in tela. Leggera, agile, dal sapore antico, resta del tutto moderna, con forme classiche ma ulteriormente levigate.


Il fascino di sempre, reso ancora più “scultoreo”.

Cambiano le “misure”, specie sottopelle, perché la nuova Z4 è più lunga di 90 mm, ma vanta al tempo stesso un passo accorciato di 30 mm – per maggior agilità – combinato a carreggiate nettamente più larghe (+ 70 mm), peso ritoccato al ribasso (- 65 kg) e posizione perfettamente centrata dei due passeggeri previsti a bordo. Numerosi i dettagli di design mirati ad incrementare l’espressività del modello, che certamente fa di tutto per catturare l’attenzione: dal frontale molto largo, con vistose prese d’aria, specie sull’allestimento M Performance della prova, alle fiancate impreziosite da vistose nervature che aggiungono profondità agli sfoghi laterali, per finire nella coda con spoiler, portatarga ribassato e ampio spazio all’estrattore aerodinamico inferiore. Di pari raffinatezza la distribuzione dei pesi, al 50-50% tra i due assali, una delle caratteristiche che BMW cerca sempre di rispettare sui suoi modelli più mirati alle qualità dinamiche, nonché fattore più rilevante sulla “nostra” M40i (da 78'500 CHF) che monta il sei cilindri in linea turbo da 340 cv. Prestazioni mordenti.


Al volante: rilassati ma concentrati, “immersi” nell’automobile…

Già, perché se la Z4 cattura l’occhio, ancor più lo fa con l’abbraccio riservato a conducente e passeggero. Dal posto di guida, infatti, ci si trova subito profondamente inseriti nell’auto: si siede, volendo, davvero molto in basso, il che può togliere senz’altro visibilità anteriore, restituendo però una sensazione di guida vecchia scuola, distesa e rilassata, ma con tutti i comandi bene a portata, col lungo muso davanti a sé a tracciare la rotta e, tra le mani, una sterzata diretta e reattiva ma non nervosa, con la quale iniziare a “sentire” l’auto e comandare correzioni al millimetro. Fa un po’ strano trovare tutti gli ausili attivi su un’auto così, ma in effetti nel traffico tornano sempre più utili i vari “automatismi” come il regolatore adattivo di velocità, a patto di non affidarvi anche la necessaria attenzione personale. Ma lasciando spazio alla guida manuale, il gusto è tutto da assaporare. Anche se la nuova Z4 mette in mostra un carattere certamente più levigato e “rotondo” rispetto alle versioni precedenti, sotto forma di maggior compostezza e progressione di reazione in ogni condizione di guida, anche impegnata.

 
Dal relax al pilotaggio: la Z4 M40i sa vestire ogni ruolo impeccabilmente.

Tuttavia, restano ben solide le caratteristiche basilari del modello: avantreno mordente e sensibile, grande equilibrio sul veloce e tantissima agilità nello stretto, con classica trazione posteriore pronta a chiudere ogni curva con l’accelerazione in uscita, complice il differenziale a slittamento limitato di serie. Lode all’ESP in modalità sport, che lascia libero spazio ai leggeri sovrasterzi senza inficiare il controllo della vettura che resta anzi facilissimo; la “bravura” elettronica aggiunge adrenalina e toglie stress da pilotaggio, permettendo anche di esagerare volutamente con il gas. Tanto più che il generoso motore vale di per sé “oro”: per la qualità dell’erogazione – la coppia di 500 Nm è tra l’altro già interamente disponibile ad appena 1600 giri – ma in special misura per la rotondità e la sonorità uniche (quest’ultima però “sporcata” inutilmente dall’amplificazione via hi-fi, per fortuna solo in modalità Sport Plus) che solo il “sei in linea” riesce a restituire. Con scatto da fermo più che mordente, appena 4,5 secondi per il passaggio “zero-cento” km orari, e punta massima di 250 km/h. Merito anche del cambio automatico, lo Steptronic a otto rapporti in versione Sport, che include un rendimento particolarmente diretto e secco nella modalità di marcia più spinta. Quella che aggiunge tra l’altro ulteriore rigidità e mordente tra le curve, senza però mai rendere troppo estreme le sospensioni della vettura; al contrario sufficientemente confortevole e silenziosa sul registro più consono all’impiego quotidiano.

 
“Abbracciati” dalla tecnologia. Ma mai invasiva

L’abitacolo è tecnologico ma senza eccessi, anche se l’elettronica è ormai imperante attraverso il display digitale da oltre 12 pollici ad affiancare lo schermo centrale da 10,25”, comandabile anche al tatto se si vuole, in aggiunta al consueto rotore a centro tunnel; i sedili sono avvolgenti ma particolarmente confortevoli, mentre la capote si apre elettricamente in pochi secondi anche in movimento ed include un piccolo ma utile lunotto in cristallo. Di serie anche il deflettore antiturbolenza, inserito tra i due appoggiatesta. La nuova copertura richiede certamente ben meno spazio del precedente tetto rigido ripiegabile e, pur riservando per certi versi meno versatilità complessiva, lascia d’altro canto più spazio libero per il bagaglio personale: il vano di carico ora raggiunge la cubatura di 281 litri, 100 in più di prima, permettendo potenzialmente di assaporare le qualità della Z4 anche oltre il semplice fine settimana.

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